Henryk Przezdziecki

Henryk Przezdziecki

Lunedì 5 febbraio è iniziato il Capitolo Provinciale della Provincia Maria Regina di Polonia in Santuario della Madonna de La Salette a  Dębowiec,  presieduto da P. Adilson Schio MS Vicario Generale della Congregazione di Roma. Furono presenti 34 delegati.

Venerdì mattina il Capitolo ha scelto il nuovo Consiglio Provinciale. Nella foto da sinistra, P. Piotr Ciepłak MS vicario, P.  Grzegorz Zembroń MS Provinciale; P. Jan Kijek, MS, consigliere provinciale. Nella sessione pomeridiana sono stati eletti anche i delegati al Capitolo Generale in Argentina: P. Piotr Cieplak: P. Piotr Szweda; P. Jan Potoplak; P. Maciej Kucharzyk; P. Jacek Pawlowski.

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Domenica 17 dicembre 2017
Giornata davvero storica per la nostra Congregazione quella di oggi con l’apertura di una comunità salettina in un nuovo paese africano, il Mozambico. Con tutta la Congregazione ringrazio Dio e la Bella Signora di essere qui presente e di tenere a battesimo questa nuova realtà missionaria salettina assieme a P. Adilson.carta
Oggi è un giorno del tutto speciale anche per la diocesi di Pemba perché d’ora in poi, potrà usufruire di alcuni sacerdoti in più che si dedicheranno alla pastorale e un momento di grazia per la parrocchia del S. Cuore di Nangololo che d’ora in poi sarà stabilmente animata da un comunità religiosa…come un tempo lo fu con i Padri Monfortani (1924-1964) e in seguito con i PP. Cappuccini (1993-1998). …

Nangololo
Dato l’evento eccezionale dell’insediamento dei due missionari e in deroga alle norme liturgiche che non prevedono il Gloria esso cantato solennemente per volere del parroco. La comunità parrocchiale è in festa grande. Presiede la concelebrazione P. Gioacchino assistito dai due missionari, P. Joao alla sua destra e P. Hélio alla sua sinistra.
I fedeli presenti, a occhio e croce, saranno circa 400 e forse anche di più… se si contano i bambini che molte donne stringono al loro seno.
Le letture vengono proclamate in portoghese e in Makonde. mozamb lang
Durante la messa ho affidato i due nuovi missionari alla Madonna de la Salette perché li sostenga nel loro nuovo ministero pastorale e sia sempre per loro una mamma tenera, vigilante e premurosa.
Alle ore 12 pranzo, preparato dal giovane cuoco Carlitos che lavora per la comunità. Il pasto è molto semplice: riso, polenta bianca senza sale, pollo in umido, e fagioli con verze.
Alle 16.15 incontro con P. Gioacchino per mettere al corrente i due missionari circa l’organizzazione pastorale ed economica della parrocchia e per prendere conoscenza della storia della comunità cristiana che i PP. Joao ed Hélio dovranno servire assieme anche a P. Edegard (Brasile)che li raggiungerà verso il 20 di febbraio 2018.
P. Silvano Marisa MS

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Cari fratelli,

Ho cercato ispirazione dall'apostolo Paolo per rivolgermi a voi in questa terza domenica di Avvento: Cari fratelli Saletini, la luce di colui che arriva a Natale spicca già tra noi.

Salette nel suo messaggio di riconciliazione indica la via da seguire. Possiamo noi, laici salettini, essere sale e luce nel mondo (Mt 5, 13-14).

Un buon Natale a tutti voi e l'anno 2018 è pieno di benedizioni e conquiste per tutti noi.

Mario Apone
Coordinatore internazionale dei Laici Salettini

Mario Apopne 2011

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S. Natale 2017
Anno Nuovo 2018

“…diede alla luce il suo Figlio primogenito, lo avvolse in fasce
e lo depose nella mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo” (Lc 2,7)

Carissimi confratelli,

ancora una volta la celebrazione del S. Natale offre l’opportunità a me ed ai membri del Consiglio Generale, di presentare a tutti voi, giovani in formazione, religiosi in attività, anziani, malati e in difficoltà, ovunque siate, gli auguri più belli e cristiani di Sante Feste natalizie e di assicurarvi di tutta la mia e nostra vicinanza e riconoscenza per quello che siete e operate nelle varie realtà comunitarie e apostoliche attraverso il mondo. Che l’Emmanuele, Dio con noi, riempia tutti della sua presenza e della sua grazia.

Questo evento di Dio tra gli uomini - centro del messaggio cristiano - ci dice che il Dio della Bibbia è fedele alle sue promesse e che non delude mai, perché ama d’un amore speciale la creatura uscita dalle sue stesse mani. E’ questa anche l’esperienza che il popolo d’Israele ha vissuto nel suo lungo e travagliato cammino verso la Terra promessa. L’ assicurazione di Dio rivolta a Mosè “ sul monte Oreb “io sarò con te” ( Es 3,12 ) segnerà la storia nel bene e nel male del popolo dell’Alleanza e in seguito anche la nostra. Questa promessa si realizzerà con la nascita del Salvatore nella stalla di Betlemme ricolmando così il bisogno d’infinito presente nel cuore di ogni uomo.

La sua venuta tra noi sarà segnata dal rifiuto di un alloggio confortevole e adatto al momento particolare che stavano vivendo Maria e Giuseppe e dall’indifferenza più squallida da parte degli abitanti di Betlemme.

Il mondo nel quale viviamo non sembra essere tanto differente da quello descritto nei Vangeli. Infatti, preso dal vortice dei suoi problemi, e incurante del passaggio di Dio sulle strade della sua vita sembra fare a meno di Lui. Eppure Dio non ha mai smesso di pensare agli umani e di amarli nella loro fragilità e pochezza così da diventare come uno di loro nella persona dell’Emmanuele.

Il Natale di quest’anno segna una tappa importante nel cammino della nostra Congregazione in quanto arriva all’indomani dell’apertura della prima missione salettina in terra di Mozambico. Come ogni nuova nascita, spero che anche questa non mancherà di essere portatrice di vita e di gioia per tutti noi.

Faccio voti e innalzo preghiere perché questo ulteriore impegno missionario, che apre nuovi orizzonti di apostolato per la Congregazione, sia vissuto come un dono ed un tempo di grazia riservato in modo particolare a noi e anche a tutti quei Laici che desiderano nutrirsi della stessa spiritualità attinta dall’Apparizione della Bella Signora a La Salette.
Mi auguro, inoltre, che diventi un incentivo in più per ogni singolo religioso, per ogni comunità e per i nostri giovani in formazione, a riscoprire la bellezza della chiamata alla vita religiosa salettina e a mettere, senza riserva alcuna e con rinnovato entusiasmo, tutte le proprie capacità umane e spirituali, a servizio della riconciliazione nella Chiesa e nel mondo di oggi e specialmente laddove “il grido del povero” è più evidente e insistente.

Che questo S. Natale, porti aria nuova nel cuore di ognuno di noi e nelle nostre comunità. Aria nuova che abbia il sapore dell’ideale religioso e missionario condiviso, della solidarietà sincera, della collaborazione fattiva, del rispetto reciproco, dell’amore fraterno e del perdono ricevuto e offerto con gioia.

Questo augurio desidero estenderlo a tutti coloro che a diverso titolo collaborano con noi nelle nostre case e nell’apostolato, come pure ai nostri benefattori, alle Suore de La Salette e ai Laici Salettini che, sostenuti e incoraggiati dalle parole della Bella Signora, si impegnano ad annunciare con entusiasmo la Buona Novella ovunque essi vivono.

Ancora una volta, anche a nome del Consiglio Generale, fervidi auguri di Buon Natale e di Felice Anno Nuovo durante il quale sarà celebrato il 32° Capitolo Generale della nostra Congregazione.

Fraternamente vostro,

P. Silvano Marisa MS

Natale 2017

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Dio è sempre presente sulla montagna. Nella Bibbia troviamo molte montagne. La montagna è un luogo dove Dio ci parla, ci incontra, ci forma. La maggior parte delle grandi civiltà sono state affascinate dalle montagne. Miti e leggende, rituali e pellegrinaggi, hanno spesso deificato la montagna. Nella Bibbia, la montagna è un luogo simbolico in cui cielo e terra si incontrano. Mosè riceve le tavole della legge sul monte Sinai. Gesù pronuncia lui pure il suo programma inaugurale, le famose Beatitudini, su di una montagna.nov 2017 1nov 2017 2

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CONSIDERAZIONI E SUGGERIMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE PROSSIMO INCONTRO EUROPEO DEI LAICI SALETTINI

Di ritorno dal 4° Incontro Europeo vogliamo rispondere all’invito fatto da padre Enrico di inviare le nostre considerazioni e i nostri suggerimenti per l’organizzazione del prossimo Incontro Europeo. Per una buona organizzazione pensiamo che sia importante tenere presente questi aspetti:

- DATA DELL’INCONTRO: è importante che la data venga stabilita almeno un anno prima (entro la fine dell’anno precedente all’anno della realizzazione dell’Incontro). Appena la data è stabilita è necessario diffondere la comunicazione alle varie Province Europee. Conoscere la data con anticipo permette alle persone che lavorano di poter chiedere i permessi/ferie necessari per potersi assentare e di organizzare i propri impegni familiari e personali per tempo. Consente inoltre di poter acquistare i biglietti per il viaggio a costi più vantaggiosi.
Durante l’Incontro Europeo alcuni laici hanno segnalato che Settembre è un mese in cui è complicato assentarsi per molte persone che lavorano, soprattutto nella scuola, e hanno indicato di individuare un altro periodo per lo svolgimento del prossimo Incontro. Anche scegliere date vicine alle ricorrenze del 10 Settembre e del 19 settembre non è consigliabile per via del coinvolgimento di molti laici nella preparazione delle feste. Meglio forse il periodo primaverile/estivo (maggio-agosto).
- PREPARAZIONE DELL’INCONTRO: è importante che l’Incontro sia organizzato da una Commissione di Lavoro, costituita da Laici e Missionari di ogni Provincia Europea, che abbia il compito specifico di intensificare la comunicazione con i partecipanti dell’Incontro, preparare il programma dell’Incontro e coordinarne il suo svolgimento e la sua realizzazione. La Provincia Europea che ospita l’Incontro, invece, si dovrebbe occupare dell’organizzazione dell’ospitalità dei partecipanti. E’ importante che la Commissione di Lavoro possa riunirsi almeno 6 mesi prima della data in cui si svolgerà l’Incontro.
Potrebbe anche essere importante che quando la KEP si riunisce possano partecipare anche i Coordinatori dei Laici delle Province Europee, come avviene già in America, che quando i Consigli Provinciali si incontrano è prevista una giornata di riunione insieme anche ai Rappresentanti dei Laici.
- DURATA DELL’INCONTRO: la durata di 3 giorni per l’Incontro è un buon tempo. Per ridurre i giorni di assenza dal lavoro e facilitare una maggior presenza di partecipanti è preferibile che l’Incontro si possa svolgere a cavallo del weekend, tipo dal giovedì sera alla domenica.
- CONTENUTI INCONTRO: è importante che ogni Incontro abbia un tema/titolo e che questo tema sia sempre collegato ai temi decisi dall’Incontro Internazionale dei Laici Salettini. E’ importante che, nello svolgimento dell’Incontro, siano presenti in modo equilibrato i seguenti contenuti:
-Preghiera
-Formazione
-Temi dei Laici
-Scambio delle esperienze
E’ anche importante, laddove è possibile, organizzare momenti di visita e conoscenza dei luoghi salettini e/o culturali del luogo in cui si svolge l’Incontro.
In ogni Incontro è bene che siano presenti momenti di lavoro e di confronto in piccoli gruppi e nel gruppo allargato. Riguardo alla preghiera è importante che, oltre ai momenti di preghiera comune, possa essere previsto anche del tempo per la preghiera personale. Inoltre, durante l’Incontro Europeo di Santiago, alcuni laici hanno sottolineato l’importanza di inserire nei programmi degli incontri futuri anche un momento dedicato al sacramento della riconciliazione. Potrebbe anche essere molto importante che, nel prossimo Incontro Europeo, si incominci a discutere la struttura e la visibilità dei Laici a livello Europeo. E’ necessario poi che ogni Incontro Europeo possa terminare con l’elaborazione di un documento ufficiale che sintetizzi le decisioni/orientamenti presi durante il suo svolgimento.

I Laici della provincia Italiana/Spagnola
partecipanti al 4° Incontro Europeo

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IV° Incontro Europeo Laici de La Salette
Santiago de Compostela (Spagna) – 5/9 Settembre 2017
“Pellegrinaggio come incontro tra i popoli”

Dal 5 al 9 settembre si è tenuto a Santiago di Compostela (Spagna) il IV° Incontro Europeo dei Laici Salettini dal titolo: “Pellegrinaggio come incontro fra i popoli”. Eravamo una cinquantina provenienti dalla Francia, dalla Polonia, dalla Svizzera, dalla Spagna, noi italiani in dieci, due da Torino e otto da Roma. Ogni delegazione era accompagnata dal proprio Assistente, noi da Padre Heliodoro. Era presente anche Padre Enrico in qualità di responsabile europeo dei Laici Salettini. Siamo stati alloggiati al Centro Europeo Giovanni Paolo II di accoglienza dei pellegrini “Polskie Albergue” gestito dai Missionari Salettini polacchi. L’ostello sorge nelle vicinanze del Monte do Gozo, che significa Monte della Gioia o della Felicità, perché è l’ultima sosta che fanno i pellegrini che percorrono il Cammino di Santiago e perché, da questa collina, per la prima volta,vedono le tre guglie della Cattedrale che dista circa un’ora di cammino. Il Monte do Gozo è noto anche per il discorso che Papa Giovanni Paolo II ha tenuto, nell’agosto del 1989 ad oltre 600.000 partecipanti alla IV° Giornata Mondiale della Gioventù.

Il programma del nostro incontro era molto intenso ed interessante.
Il dott. Pierluigi Dovis, direttore della Caritas dell’Arcidiocesi di Torino ha tenuto due conferenze. Nella prima dal titolo: “Incontro tra popoli, culture,religioni: le sfide poste ai laici cristiani salettini in Europa”, ha fatto una accurata e precisa lettura ed analisi dei fattori che caratterizzano questo nostro secolo della transizione e gli elementi che ne determinano la crisi e che, soprattutto per l’Europa, causano un declino su più versanti: culturale, sociale e religioso”.
Nella seconda: “Accoglienza dell’altro e del diverso: elementi per una spiritualità della riconciliazione” dove, partendo dalle radici bibliche dell’accoglienza, ha evidenziato il comportamento di Gesù e la Sua disponibilità a lasciarsi accogliere e ad accogliere tutti in quanto esseri umani,senza prevenzioni e pregiudizi e quale dovrebbe essere lo stile dell’accoglienza alla luce del Messaggio.
Importante è stata anche la presenza di Padre Silvano, Superiore Generale, che ci ha fatto una interessantissima lezione sulla storia della Congregazione dei Missionari de La Salette in Europa: le traversie e le difficoltà che la Congregazione ha dovuto superare nel tempo, testimoniano la particolare e tangibile protezione della Santa Vergine.

Altrettanto appropriato, e quanto mai attuale , è stato l’intervento di Padre Roman su “Il cammino di Santiago e la costruzione dell’Europa”. Ogni conferenza era seguita dalle inevitabili domande e discussioni.
Breve ma significativa è stata la visita di Padre GianMatteo in qualità di Superiore della Provincia Italia-Spagna organizzatrice dell’incontro.
Non abbiamo però solo ascoltato, discusso e pregato.
Mercoledì 6 siamo intervenuti al “Santiago by nigth” dove abbiamo assistito alla folkloristica esibizione degli studenti universitari che, sotto i portici antistanti la Basilica ed in costume medioevale, cantavano stornelli ,canzoni e che allegramente ci invitavano ad unirci alla loro danze ed ai loro girotondi.

Giovedì 7 siamo andati a Siador che è il primo Santuario dedicato alla Vergine de La Salette in Spagna. Siamo stati calorosamente accolti da quella comunità, guidata da Padre Comeaù, ed insieme abbiamo celebrato la Messa pregando ognuno nella propria lingua. Poi ci è stata offerta una graditissima cena tipica della Galicia, a base di polpo e carne lessa, naturalmente accompagnata da vinello locale.
Venerdì 8, abbiamo raggiunto, a piedi ed in spirito di pellegrinaggio, la Cattedrale dove abbiamo partecipato all’Eucarestia del Pellegrino con la classica offerta all’Apostolo Santiago e la famosa e tradizionale oscillazione del botafumerio. Nel pomeriggio, mentre ci dirigevamo verso il promontorio del “Finis Terrae” abbiamo fatto una divertentissima fermata per mettere… i piedi a bagno nell’oceano Atlantico.
Con la Messa del mattino di sabato 9 ed una riunione sulle speranze, prospettive e programmi per i prossimi anni si sono conclusi questi quattro giorni vissuti in un clima di fraternità, accoglienza, amicizia, condivisione ed allegria che nemmeno la barriera delle lingue è riuscita a mitigare.
Ci siamo lasciati a malincuore, con la speranza di rivederci fra due anni e con una grande spinta per andare avanti, sempre più impegnati a vivere ed a fare conoscere quel meraviglioso Messaggio che la Santa Vergine, a La Salette, ci ha lasciato.
Ginetta

 

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I LAICI MEDITANO IL MESSAGGIO 14
Andiamo figli miei…
La Vergine a La Salette termina, in modo quasi identico a quanto riportato dagli evangelisti a proposito della Missione che Gesù affida ai suoi Apostoli: “Andate e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28, 19). Non solo, ma Maria aggiunge “Andiamo” rassicurando i ragazzi del suo aiuto e della sua presenza, come ha detto lo stesso Gesù: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28, 20). Questo “andiamo” è inteso anche come una esortazione di Maria ad affrettarsi a fare conoscere il suo messaggio, a non perdere tempo. Si lega inoltre all’episodio della terra di Coin per rafforzare la dimostrazione che Dio è presente nella vita di ognuno di noi.
Fa riflettere il fatto che la Madonna, regina del cielo e della terra, affidi a due ragazzini sprovveduti un compito simile a quello degli apostoli: trasmettere la Buona Novella al suo “popolo”, cioè all’umanità intera. La Bella Signora non chiede ai bambini se sono disposti, se ne hanno voglia ma dice e precisa, quasi perentoria “andate”, “fatelo conoscere”. Come sono piccoli quei due bambini di fronte al “suo popolo”, eppure lo faranno!
Come i pescatori del lago…
Andare vuol dire anche “lasciare”, “allontanarsi” da qualcosa e da qualcuno per seguire chi veramente ne vale la pena, come, per esempio, hanno fatto i pescatori del lago.
Andare verso gli altri non aspettare che gli altri vengano da noi. Questo è il motto che caratterizza il pontificato di Papa Francesco ed è ciò che, a La Salette, la Vergine ci chiede di fare, ci chiede di uscire dai nostri piccoli ambienti per annunciare.
Ma noi preferiamo stare ad “aspettare” pensando che forse non siamo ancora pronti, preparati a sufficienza… che siamo impegnati con la famiglia, nel lavoro ecc. che non abbiamo le scarpe comode per andare… Quante scuse per paura di rischiare di perdere quel bagaglio di autostima che ci portiamo appresso… La Vergine non ha detto ai bambini aspettate che si muovano i “grandi” e poi dopo farete voi. Ma li ha mandati in prima linea, allo sbaraglio o meglio “come agnelli tra i lupi”.
Di andare non si deve smettere mai semplicemente perché non si arriva mai… il popolo di Dio è grande, ma 12 pescatori ignoranti, guidati dallo Spirito Santo, lo hanno rivoluzionato.

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I LAICI MEDITANO IL MESSAGGIO 13
La terra di Coin
Il cosiddetto episodio della terra di Coin è uno dei passi più lunghi e significativi del Messaggio di Maria a La Salette per l’importanza e l’efficacia dei contenuti evocati dal susseguirsi della narrazione.
Alla domanda che la Vergine rivolge ai due bambini: “Avete mai visto il grano guasto?” rispondono “No, Signora…”. Probabilmente avremmo risposto così anche noi. Alcuni ragazzi delle nostre città non hanno nemmeno mai visto il grano sano, figurarsi quello guasto. Il grano guasto non lo si conserva, lo si butta via, non serve: è il simbolo della carestia.
Oggi assistiamo non solo ad una povertà materiale ma anche alla perdita di valori morali e al diffondersi di un forte disagio sociale. Alla carestia naturale si assomma un problema di speculazione, di disonesta distribuzione delle risorse, di sfruttamento della manodopera fino al punto da ledere la dignità umana. E’ una crisi procurata da una minoranza incurante del prossimo. Il grano sano è segno di abbondanza e di grazia. Il grano, trasformato in pane, quando diventa il Corpo stesso di Cristo è l’alimento dell’anima. Ma noi guastiamo questo pane quando nell’Eucarestia lo riceviamo distrattamente o per abitudine, quando facciamo cadere in polvere quest’immenso dono che Gesù ci fa. Questo è il grano guasto della nostra anima. Gesù è molto attento al pane. Nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, dopo averlo fatto distribuire a tutti ne fa accuratamente raccogliere gli avanzi “perché nulla vada perduto” (Gio 6, 12). D’altra parte Gesù nasce in un paese, Betlemme, che in ebraico vuol dire “casa del pane”. Senza pane l’uomo muore, “indispensabile per la vita è il pane” (Sir 29, 21). Come tutti gli esseri viventi l’uomo ha bisogno di cibarsi, non è autonomo ma dipende dai prodotti della terra. L’uomo per sua natura teme la morte, ma Gesù lo rassicura offrendo se stesso: “Io sono il pane vivo, disceso dal Cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gio 6, 51). Il cristiano, il discepolo di Cristo, ha la vita eterna assicurata, garantita dalla fede. Altro che grano guasto… Massimino non ricorda di avere visto il grano guasto e dà una risposta immediata. E’, come molti di noi, distratto, superficiale, irriflessivo, vive con non curanza. La Vergine, con estrema dolcezza, lo fa riflettere e dice una delle più belle e commoventi frasi di tutto il Messaggio. Ricorda un episodio banale ed insignificante della vita del ragazzo: “Ma tu figlio mio, certamente una volta lo hai visto con tuo padre, nel campo di Coin. Il padrone del campo disse a tuo padre di andare a vedere il grano guasto. Ci andaste tutti e due, tuo padre prese in mano due o tre spighe, le stropicciò e tutto cadde in polvere”.
Il padre di Massimino faceva il falegname a da anni non frequentava la Chiesa. Incredulo di quanto accaduto al figlio, condivideva con alcuni paesani i motti di derisione indirizzati al ragazzo. Ma quando questi gli raccontò ciò che la Vergine aveva minuziosamente descritto del loro viaggio a Coin si rese conto della straordinarietà dell’evento e si convertì. La Vergine continua il suo racconto: “al ritorno quando eravate a mezz’ora da Corps tuo padre ti diede un pezzo di pane dicendoti: Prendi, figlio mio, mangia ancora del pane per quest’anno, perché non so chi ne mangerà l’anno prossimo se il grano continua in questo modo”. Quel pezzo di pane dato a Massimino rappresenta le preoccupazioni e le ansie di tutti i genitori del mondo nei confronti dell’avvenire dei figli, che, soprattutto oggi, vivono nella superficialità religiosa e nella precarietà sia sociale che lavorativa e si sentono privati della speranza nel futuro. Il signor Giraud, padre di Massimino, si converte nel momento in cui si rende conto che la Vergine testimonia che Dio vive con noi ogni momento della nostra esistenza, non solo è presente ma con-divide con ciascuno gli avvenimenti della realtà quotidiana. L’episodio della terra di Coin è la dimostrazione che viviamo alla presenza di Dio al quale dobbiamo affidarci totalmente ed abbandonarci alla sua tenerezza. Lasciamoci allora guardare da Dio, anzi cerchiamo di conquistare il suo sguardo. Quale rivoluzione ci sarebbe nel mondo se ogni persona si rendesse conto di vivere sotto lo sguardo di Dio! Chiediamo aiuto a Maria e non stanchiamoci di ripetere: “Rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio Gesù”.

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I LAICI MEDITANO IL MESSAGGIO 12
“In Quaresima vanno in macelleria come cani”
Sono parole dure queste usate da Maria nella sua apparizione a La Salette. Dopo essersi riferita a chi lavora la domenica e va a Messa solo per burlarsi della religione, come se non bastasse, aggiunge: “in Quaresima vanno in macelleria come cani”. Ancora una volta la Vergine si rifà alla Scrittura dove il termine “cane” era usato in senso dispregiativo per indicare i non ebrei. San Paolo stigmatizza come cani coloro che rifiutano la nuova alleanza in Cristo (cfr Fil 3, 2).
Maria in modo accorato si riferisce a chi non obbedisce alle indicazioni della Chiesa. “I precetti della Chiesa... danno una linea di vita morale che si aggancia alla vita liturgica e di essa si nutre.
Il carattere obbligatorio di tali legge positive promulgate dalle autorità pastorali, ha come fine di garantire ai fedeli il minimo indispensabile nello spirito di preghiera e nell’impegno morale, nella crescita dell’amore di Dio e del prossimo” (CCC 2041).
Molti cristiani purtroppo non ottemperano più a questi doveri e, in particolare, all’astinenza e al digiuno, penitenze nelle quali è coinvolta la totalità della persona in corpo e spirito. Non sono forme di disprezzo del corpo ma diventano mezzi per fortificare lo spirito e renderlo, nello spontaneo dono di sé, capace di potenziare la stessa sua corporeità. Dono non di una rinuncia ma di una conquista.
Per il popolo di Israele la pratica del digiuno ha sempre rappresentato un modo per esprimere la fede nell’unico vero Dio e per manifestare la presa di coscienza del proprio peccato e quindi il pentimento, la conversione e l’espiazione. Di fronte a momenti difficili per implorare l’aiuto divino venivano proclamati digiuni solenni ai quali aderiva l’intera comunità.
Gesù digiuna per quaranta giorni nel deserto e vince le tentazioni. “Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (Mt 4, 4).
Il digiuno quaresimale
Il digiuno quaresimale è una prassi antica in uso nella Chiesa e definita fin da IV secolo. La Chiesa ci indica quali sono i tempi per la pratica dell’astinenza ossia tutti i venerdì nonché il mercoledì delle ceneri in ricordo della passione e morte di nostro Signore.
La Vergine si rammarica perché proprio quando maggiormente dovremmo sentirci partecipi delle sofferenze di Cristo e riflettere sulle nostre colpe usiamo il cibo che facciamo diventare da necessità a mezzo di peccato. La prassi della penitenza dovrebbe diventare una coerente risposta ed una testimonianza di adesione concreta e libera ai suggerimenti della Chiesa. Si va sempre più diffondendo tra i cristiani praticanti l’uso di devolvere alle opere parrocchiali (Caritas) l’equivalente in denaro degli alimenti non consumati. Il digiuno, per acquistare valore, deve essere sempre legato alla preghiera, alla carità e alla meditazione della parola di Dio, altrimenti diventa un atto di pedissequa e formale obbedienza.
Pietro Crisologo dice: “preghiera, digiuno, misericordia sono una cosa sola e ricevono vita uno dall’altra. Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte tre insieme non ha niente. Perciò chi prega digiuni. Chi digiuna abbia misericordia” (Discorso 43).
Astinenza
Ai tempi dell’apparizione della Vergine a La Salette la dieta dei poveri contadini non prevedeva un grande uso di carne: l’astinenza era una costante, quindi era ancora più colpevole ed in mala fede chi dileggiava il precetto.
La Chiesa viene incontro alle esigenze dei tempi moderni e permette di sostituire l’astenersi dalle carni (tranne che per i venerdì di Quaresima e, ovviamente, per il venerdì santo nel quale è obbligatorio anche il digiuno) con atti di carità e preghiere. Ciò non vuole assolutamente dire che il precetto è stato abolito. Cerchiamo, dunque di rispettarlo in casa, al bar, al ristorante e di cogliere ogni occasione per ricordarlo e testimoniarlo.

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