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Martedì, 23 Settembre 2014 12:02

10 Comandamenti della Riconciliazione

Ecco i 10 comandamenti della Roconciliazione proposti durante il 1° Incontro Internazionale dei Laici Salettini a La Salette ai partecipanti. Ora possano essere approfonditi e meditati a livello europeo.

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Al termine del 3° Incontro Europeo dei Laici Salettini sono stati individuati i seguenti punti: DebowiecLaicy

!. riguardo l’identita del Laico Salettino è stata nuovamente sottolineata l'importanza dei 7 punti di Salmata (1. testimonianza di vita, 2. attenzione ai segni del tempo, 3. promozione della speranza, 4. tessitore di compassione e di riconciliazione, 5. lievito della pasta, 6. conversione personale, 7. promotore di vocazioni) e si è aggiunto un'ottavo punto: l'impegno di trasmettere il Messaggio della Salette.

2. riguardo la formazione sono stati individuati temi comuni da approfondire nelle varie realtà locali fino al prossimo Incontro Europeo che riguardano:

il Messaggio della Salette secondo i seguenti temi:   "avvicinatevi figli miei..." (anno 2014), "se si convertono..." (anno 2015), " fatelo sapere a tutto il mio popolo...." (2016); i "10 comandamenti della riconciliazione" come fonte di ispirazione di vita del laico salettino; la dottrina sociale della Chiesa alla luce del Messaggio de La Salette

3. riguardo la preghiera comune si continuerà nell’impegno della novena mensile alla Madonna della Salette e la partecipazione all' Eucarestia il 19 di ogni mese

4. si promuoverà nelle varie realtà locali la festa del 10 settembre, giornata del Laico Salettino

5. riguardo la comunicazione si utilizzerà il sito www.lasalette.info dei Missionari della Salette sezione “Laici” per la divulgazione di articoli, materiale formativo, comunicazioni e scambi

6. si promuoveranno i contatti con i Laci Salettini presenti nell'Est Europa (Bielorussia, Ucraina, repubblica Ceca e repubblica Slovacca)

7. si confronteranno gli statuti dei movimenti/associazioni dei laici presenti nelle varie province al fine di arrivare all'elaborazione di uno statuto comune per l'identità e la formazione del Laico Salettino Europeo.

Pubblicato in LAICI ASSOCIATI (IT)

La presentation préparé par Pierrot Zaessinger.

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Mercoledì, 17 Settembre 2014 00:00

La Salette / FRANCE

 affiche P 2015

 

Martedì, 16 Settembre 2014 20:54

7 aspetti del Laico Salettino

Al termine dell’incontro si sono delineati i 7 aspetti che "caratterizzano" l'impegno di vita del laico salettino:

1) TESTIMONIANZA DI VITA, il laico salettino si impegna per essere un esempio di vita cristiana in famiglia, sul posto di lavoro, nel contesto relazionale e in tutte le situazioni di vita in cui si trova.

2) ATTENZIONE AI SEGNI DEI TEMPI il laico salettino è attento ai segni dei tempi, non solo ai grandi momenti della storia della vita, ma a tutti gli eventi della vita quotidiana.

3) PROMOZIONE DELLA SPERANZA il laico salettino si fa promotore di speranza in un mondo in cui manca la speranza e che ha paura del domani (vedi messaggio di Giovanni Paolo II al vescovo di Grenoble il 150 ° anniversario dell'Apparizione)

4) TESSITORE DI COMPASSIONE E DI RICONCILIAZIONE il laico salettino  "soffre con" (compassione) , si preoccupa e si prende cura della sofferenza e del peccato degli altri.

5) LIEVITO DELLA PASTA  il laico salettino è consapevole di poter essere come il “lievito nella pasta” in tutte le situazioni in cui vive.

6) CONVERSIONE PERSONALE il laico salettino è chiamato a vivere una continua conversione personale.

7) PROMOTORE DI VOCAZIONI il laico salettino si impegna per le vocazioni attraverso la preghiera e l'azione per la loro promozione.

Pubblicato in LAICI ASSOCIATI (IT)

KompendiumLa DoctrineKompendio

Conferenza per Laici Salettini al III Incontro Europeo a Dębowiec

Sarebbe meglio vedere questo tema da un altro lato. Come risuona nella DSCh il messaggio di La Salette. Oppure, quali sono gli elementi comuni del messaggio di Maria e del messaggio della Chiesa nella sua Dottrina Sociale?

Per approfondire questo tema, diamo prima uno sguardo al contesto dell’evento di La Salette e poi alla DSCh. Infine cercheremo di trovare che cosa hanno in comune.

Prima di tutto La Salette è un fatto accaduto prima della formulazione e della promulgazione della DSCh. Tale Dottrina, come la conosciamo oggi, è relativamente recente. Dunque i possibili riferimenti che cerchiamo non sono di natura storica, ma piuttosto di carattere morale e ancor più di carattere pratico.

Quale è il contesto sociale dell’evento de La Salette?

L’Europa a partire dagli anni 1830 vede una grande crescita dell'industria, però con un effetto di sovrapproduzione: non era possibile vendere i prodotti, nonostante il calo dei prezzi. Molte fabbriche furono costrette a chiudere. I lavoratori nelle fabbriche lavoravano 12-16 ore. Anche i bambini. La qualità di vita dei proletari era scandalosa. Ma non potevano protestare. In tutto il continente cresceva la disoccupazione. La classe operaia rivendicava pane e lavoro. Gli anni 1845-46 videro cattivi raccolti, specialmente in Francia, Irlanda, Boemia e Galizia dove si diffuse un’estesa malattia della patate; i prodotti agricoli cominciavano a scarseggiare ed il loro prezzo saliva vertiginosamente. La crisi aggravò anche la speculazione: alcuni acquistavano alimentari all'estero, nei paesi dove costava di meno, per poter poi venderli in Europa; ma molti rimasero invenduti a causa dei forti prezzi provocati dai costi di trasporto.

An gorta Mor

Si assiste alla presenza di diffusi moti rivoluzionari in molti stati (Francia, Italia ed anche Polonia, la quale allora non esisteva sulla carta di Europa).

Carlo Marx insieme a Federico Engels, dal 1843 a Parigi, redigevano la loro teoria antropologica e filosofica, che spiegava la storia del mondo e dell’uomo come pura storia dell’economia.

Nel 1846 viene eletto papa Pio IX. All’inizio, con l'amnistia di più di 1000 prigionieri, fu chiamato papa liberale. Ma egli si orientò piuttosto sul versante conservatore.

Il 1846 nella storia dell'Europa è un tempo di cambiamenti importanti.

Polonia: insurrezione a Cracovia; insurrezione in Prussia (dal 21 Febbraio al 4 marzo 1846); insurrezione nell’Impero Austro-Ungarico e nella Russia zarista; insurrezione dei contadini nella Galizia (Rzeź galicyjska)

Quale influenza potrebbe avere questa situazione sul villaggio de La Salette?

I problemi di questa regione non erano più grandi degli altri, ma non erano neanche senza importanza. Non possiamo però dire che La Salette fu scelta dalla Provvidenza perché aveva più bisogno della conversione. La gente a Corps e a La Salette frequentava allora la Chiesa forse di più che oggi; a Corps esisteva il gruppo di preghiera del cuore di Maria, che pregava per la conversione della gente. Questo è importante, perché il Messaggio dell’apparizione non è rivolto solo ai cittadini di quel villaggio, ma a tutti.

Sembra che nella zona rurale, in montagna, i problemi dell'industria e della classe operaia non avessero influenza. Ma gli eventi della metà del XIX secolo si riflettono anche in quei villaggi lontani dalle grandi città. Le città crescono: molta gente lascia i villaggi per cercare lavoro nei centri industriali. La gente condivide le idee e condivide le preoccupazioni. I giornalisti e i giornali iniziano ad avere un ruolo sociale e culturale importante.

Come ci dice la Madonna, la malattia delle patate riguardava anche quella regione. La Route Napoleon o Strada di Napoleone, su cui era situato il paese di Corps, era praticamente la rete internet di quell’epoca. Tutte le idee passavano attraverso le carrozze. Dunque gli abitanti di quelle zone non erano lontani dalle idee di Parigi e dei diversi paesi.

L’Apparizione a La Salette provoca l’interesse di tanta gente, anche nelle grandi città. Interessa anche la gente nobile. Crea domande, trova ascolto tra tanta gente, ma provoca anche reazioni e argomenti contrari alla sua veridicità. Per alcuni fu una voce diretta del Cielo, per altri fu una menzogna. La Chiesa per cinque anni è stata in silenzio. Mentre aumentava il numero dei pellegrini, nacque un gruppo di missionari diocesani, che a partire dal contenuto del Messaggio, non ancora approvato dalla autorità ecclesiastica, lo presenta come una risposta ai mali della epoca.

La Salette è una grazia per la Chiesa, ma anche un insegnamento esplicativo, morale, per i fedeli. Però non ha un carattere ampio, esaustivo; soprattutto, non è provocato da un evento concreto, da un grande peccato. Dio non risponde subito e direttamente alla malvagità della gente, né usa il contrappeso dell’elenco dei peccati e della ricetta per ognuno di essi.

Non voglio dire che il Messaggio di La Salette è fuori del contesto della situazione di quel tempo e della sua gente; ma che è un messaggio che parlando la lingua e usando i simboli di quel tempo lo oltrepassa, aprendosi al futuro.

Quali furono i motivi dell'intervento divino? Tenendo presenti le circostanze e il Messaggio possiamo dire:

- per prima cosa, Dio stesso cerca coloro che si allontanano da Lui. Ama gli uomini: li tratta come figli, rispetta la loro volontà, non vuole che vivano come gli animali (cani);

- in secondo luogo, l’indifferenza per la morte e la resurrezione di Gesù; si viveva come se Gesù non fosse morto sulla croce per i nostri peccati e come se Dio non lo avesse risuscitato il terzo giorno;

- in terza battuta, il conseguente allontanamento dall’eucaristia domenicale, dalla preghiera personale e dalla testimonianza pubblica della fede (il digiuno);

- infine, l’adesione al Maligno e alle sue opere: la bestemmia del nome di Gesù, mettere Dio sul banco degli imputati come primo e unico responsabile delle sofferenze umane, il burlarsi della religione.

La Salette ha provocato tante conversioni: molta gente si confessava sul luogo dell’apparizione, l'effetto positivo era visibile. L'insegnamento della Madonna a La Salette non ha cambiato la dottrina della Chiesa: ha richiamato il Vangelo, perché solo il Vangelo dà un volto e un cuore alla Chiesa. È importante la promessa della Vergine: «Se si convertono le pietre diventeranno mucchi di grano». C'è una coincidenza tra il Creato e il cuore dell'uomo: l'uomo convertito, con la fede nel cuore, può cambiare positivamente il mondo, può cambiare l’ambiente, può facilitare la vita. Con questa promessa viene detto tutto ciò che costituisce la vocazione e la missione della Chiesa.

Abbiamo visto il fatto e il significato dell’apparizione a La Salette. Passiamo ora ad esaminare la natura della DSCh.

I. Cos’è la dottrina sociale della Chiesa?

A. Prima di tutto, quel che essa non è.

- Non è una terza via. Non è una proposta economica o politica, non è un "sistema"… Anche se offre una critica, ad esempio, del socialismo e del capitalismo, non propone un sistema nuovo, una via di mezzo. Non è una soluzione, sia per il campo politico, sia per quello economico o sociale, ma piuttosto una dottrina morale, che sboccia dalla concezione cristiana dell’uomo, dalla sua vocazione – in Cristo – all’amore e alla vita eterna. Forma una categoria a sé.

- Non è una utopia, nel senso di un ideale sociale impossibile da raggiungere. Non intende descrivere un paradiso terrestre, dove l’uomo possa raggiungere la sua perfetta realizzazione.

- Non è nemmeno un pragmatismo, un conformismo o una rassegnazione davanti alle realtà difficili della vita.

- Non è una dottrina fissa, statica, ma piuttosto in continuo sviluppo. Certo, i princìpi fondamentali non cambiano, poiché sono radicati nella natura umana che non cambia e nella Rivelazione di Dio definitivamente attuata in Cristo una volta per tutte, ma le applicazioni si adattano alle nuove circostanze storiche di tempi e luoghi.

B. Cos’è dunque DSCh?

- È l’accurata formulazione dei risultati di un’attenta riflessione, alla luce della fede e della tradizione ecclesiale, sulle complesse realtà dell’esistenza dell’uomo, nella società e nel contesto internazionale

- È un insieme di princìpi di riflessione, di criteri di giudizio e di direttrici di azione, il cui scopo principale è interpretare tali realtà, esaminandone la conformità o difformità con il Vangelo

- È un insieme di orientamenti per l’evangelizzazione della società e di tutte le realtà temporali

Il contenuto

Ha una triplice dimensione

Contiene:

(1) principi e valori fondamentali: prende i suoi princìpi dalla teologia e dalla filosofia, con l’aiuto delle scienze umane e sociali che le completano. Princìpi: la dignità della persona, il bene comune, la solidarietà, la partecipazione, la proprietà privata, la destinazione universale dei beni... Valori fondamentali: la verità, la libertà, la giustizia, la carità, la pace, la famiglia, il lavoro...

(2) criteri di giudizio: su sistemi economici, istituzioni, strutture; Esempi: giudizio della Chiesa sul comunismo, il liberalismo, la teologia della liberazione, il razzismo, il fenomeno della globalizzazione, il salario giusto, ecc.

(3) orientamenti per l’azione: Non è una deduzione logica dei princìpi, ma frutto anche dell’esperienza pastorale della Chiesa e del discernimento cristiano della realtà. L’opzione preferenziale per i poveri, il dialogo, il rispetto per la legittima autonomia delle realtà politica, economica e sociale. (Vedere Gaudium et spes, 67-70).

Quale è il senso e quale è lo scopo della DSCh? Vuole forse la Chiesa imporre nuovamente, anche se in maniera diversa, il suo potere temporale e sottoporre tutti a un governo ecclesiastico? Vuole privare la gente della libera scelta? I nemici della Chiesa presentano la DSCh come un mezzo per raggiungere questi obiettivi. Ma questo non è vero. È disinformazione. Per rendersene conto, basta leggere l’introduzione del Compendio:

«...La Chiesa non possa cessare di far sentire la propria voce sulle res novae, tipiche dell'epoca moderna, perché ad essa spetta di invitare tutti a prodigarsi affinché si affermi sempre più una civiltà autentica protesa verso la ricerca di uno sviluppo umano integrale e solidale».

2 «In quest'alba del terzo millennio, la Chiesa non si stanca di annunciare il Vangelo che dona salvezza e autentica libertà anche nelle cose temporali, ricordando la solenne raccomandazione rivolta da san Paolo al discepolo Timoteo: “Annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero” (2 Tm 4,2-5)».

I credenti non possono cedere alla pressione dell’opinione pubblica e tacere la verità: sì, è vero che Dio ha creato il mondo; sì, è vero che Dio ha messo in questo mondo la sua logica, il suo pensiero; sì, è vero che il Figlio di Dio è diventato partecipe di questa esperienza che noi chiamiamo vita e condizione umana. La tolleranza e il rispetto non significano negare la nostra fede.

Noi non possiamo dire che la morale, le regole di convivenza sociale, le regole del Creato toccano solo le persone credenti: esse riguardano tutti, nessuno escluso.

Ma devono essere proposte al mondo (questo è il compito della Chiesa) e non imposte con la forza.

Avete notato che La Madonna ha “sbagliato” atterraggio a La Salette di qualche centinaio di metri? Perché non è apparsa in mezzo all’assemblea del comune di La Salette? Perché non è apparsa durante la campagna elettorale per la scelta del governo? Perché il suo messaggio è una proposta. Nel Vangelo, Gesù ha sempre detto: «Se qualcuno vuole venire dietro a me…». Il Vangelo stesso è una proposta. E Gesù ha anche detto: «Chi ascolta voi, ascolta me» (Mt 10,40). In quel “voi”, che indica la Chiesa di tutti i tempi, c’è anche Maria, che della Chiesa è modello e madre. Non a caso, a La Salette, Lei ha detto: «Se si convertono…». La Chiesa parla sempre con il se: «Se vuoi…». La Chiesa parla con il linguaggio di Gesù. La DSCh fa parte di questo invito: ci dice cosa occorre fare se vogliamo seguire Gesù, se vogliamo essere la sua Chiesa, frutto dell’amore di quel Dio che non vuole che gli uomini vivano come i “cani”, ma piuttosto come suoi veri figli e fratelli tra loro.

La verità universale e immutabile che tutti gli uomini sono chiamati, in Cristo e grazie a Cristo, a vivere come veri figli di Dio e fratelli tra loro in virtù del dono e dell’azione permanenti dello Spirito, non può essere taciuta dalla Chiesa. Essa la deve sempre proclamare e mai imporre. La deve proclamare con la sua vita evangelica. La DSCh è un mezzo attraverso cui la Chiesa cerca di rispondere alla domanda su che cosa renda “evangelica” la vita degli uomini e delle società. La DSCh perciò non è un dogma, ma dipende dai dogmi ed è sottomessa ai dogmi, in primo luogo quello della volontà salvifica universale di Dio.

Se la Chiesa non fosse in grado di dire che cosa oggi rende “evangelica” la vita degli uomini e delle società, ciò significherebbe che la Chiesa per prima non crede nella verità della Rivelazione di Dio in Cristo. La DSCh, quindi, è uno strumento necessario e indispensabile per testimoniare pubblicamente la volontà salvifica universale di Dio. È uno strumento per vivere “evangelicamente” l’oggi della storia del nostro mondo.

La DSCh indica, con i suoi princìpi e valori fondamentali, con i suoi criteri di giudizio e con gli orientamenti per l’azione, il legame indissolubile tra le realtà invisibili e quelle visibili. A causa della volontà salvifica universale di Dio, il mondo dell’uomo è chiamato a diventare immagine del Regno di Dio. Nessuno è escluso da questa chiamata. Tutti possiamo e dobbiamo rispondervi. Davanti ad ognuno c’è il sì della fede o il no dell’incredulità. Sia l’uno che l’altro sono scelte che comportano delle conseguenze.

L'uomo non può vivere senza esser cosciente delle conseguenze delle scelte fatte. Le conseguenze riguardano sia la vita terrena sia la vita futura. La vita spirituale e la vita “mondana” sono collegate molto più di quel che ci sembra. Esiste certo la giusta l'autonomia delle cose terrestri (45,46 DSCh), vale a dire la gradualità del loro sviluppo. Ma questa autonomia non significa che le cose create non dipendono da Dio, e che l'uomo può fare con esse qualsiasi cosa.

La cultura occidentale ormai da molti secoli tende alla separazione della fede cristiana dalla vita quotidiana: «La Chiesa non deve intervenire nella politica»; «La fede appartiene puramente all'ambito privato»; «No allo Stato teocratico».

Se la fede cristiana significa un dovere imposto dall’esterno con la forza, una costrizione, un peso, una limitazione della libertà e della scelta, una realtà illogica e irrazionale, allora anche i cattolici devono opporsi a questo modo di pensarla. Non vogliamo che la nostra fede sia vista così.

Per questo dobbiamo da una parte purificare e spiegare che cosa è la fede vera e da dove nasce; dobbiamo cioè ritornare sempre a Gesù Cristo e al suo Vangelo; dobbiamo lasciarci educare dallo Spirito a comprendere dove e come si manifesta il Regno di Dio, e quale sia il suo cammino. Dall’altra parte, occorre comprendere a fondo i problemi sociali, i problemi pubblici, le esigenze del bene comune, la dignità della persona umana, il valore della vita. Tutto ciò non può essere affrontato senza coscienza, senza fede, senza proprie convinzioni fondate su argomenti seri. L'uomo senza coscienza, senza fede in qualsiasi valore superiore a lui stesso, è un robot, non un uomo vero. La politica e l’impegno politico si fondano sulla fede e sulla ragione. Non sulla fede senza ragione o sulla ragione senza fede; ma nel dialogo dell’una con l’altra. La DSCh indica la cornice e i passi di questo dialogo.

Alla fine, una breve sintesi: che ha in comune La Salette con la DSCh?

Non è possibile comparare allo stesso livello due realtà diverse. Non era il mio scopo. Ho voluto piuttosto presentare la DSCh perché l'apparizione è ben conosciuta dai Laici Salettini. Ma tutte e due vanno nella stessa direzione. Ambedue sono segni di empatia di Dio e della Chiesa verso il dolore che subiscono l'uomo e il Creato. L’apparizione vuole confermare la Chiesa nella verità delle sue origini evangeliche, la DSCh vuole rispondere a molte domande relative al che cosa significhi vivere “evangelicamente” nell’oggi del nostro mondo globalizzato.

L’una e l’altra sono un richiamo al senso originario della vita. Entrambe mostrano il legame indissolubile tra il mondo dello spirito e il mondo materiale. Ambedue sono proposte fatte all’uomo e possono essere accolte o rifiutate.

Ciascuna ha il suo modo di esprimersi. L’apparizione usa il linguaggio e i simboli tipici della profezia; la DSCh utilizza il linguaggio razionale delle scienze teologiche, filosofiche ed umane.

P. Henryk Przeździecki MS

Pubblicato in LAICI ASSOCIATI (IT)
Mercoledì, 10 Settembre 2014 14:55

10 Sept / 10 wrześ /10 Sept

 It is International Lay La Salette Day

Brothers and Sisters, etc:
It is now the 10th of September.  This day has been designated as the day when we mark the birth of the great international brotherhood of all La Salette Missionaries, vowed men and women and lay men and women as well.
We in Southern California, USA have prepared a special novena for everyone.  There are some very special intentions on this occasion.  
There are provincial chapters approaching.  One is the Mother of Hope in Manila...That's the one to which we in California are linked.
The Mary,Mother of the Americas province is preparing the annual provincial meeting.  They have graciously invited us to this important meeting.  Please pray for our delegates.
 
Dzisiaj jest 10 września. Ten dzień jest wybrany abyśmy świętowali powstanie wielkiego  międzynarodowego braterstwa wszystkich Misjonarzy Matki Bożej z La Salette. Ta wspólnota obejmuje osoby konsekrowane,  oraz osoby świeckie,  mężczyzn i kobiety.  My w Południowej Kaliforni, w USA przygotowaliśmy specjalną nowennę dla wszystkich. Mamy szczególne intencje na tę okazję.
Niezadługo odbędą się dwie kapituły prowincjalne. Jedna w Prowincji Matki Bożej Nadziei w Manili. Z tą  prowincją, my swieccy w Kalifornii, jesteśmy związani. Prowincja Matki Bożej obu Ameryk przygotowuje coroczne spotkanie prowincjalne. Zaproszono nas na to ważne wydarzenie. Prosimy o modlitwę za naszych delegatów.
 
C'est aujourd'hui le 10 Septembre. Cette journée a été désignée comme le jour où nous célébrons la naissance de la grande fraternité internationale de tous les Missionnaires de Notre Dame de La Salette.  Cette communaute comprend les hommes et les femmes et les laïcs, hommes et femmes ainsi. 
Nous en Californie du Sud, USA avons préparé une neuvaine spéciale pour tout le monde. Il y a des intentions très spéciales à cette occasion. 
Il y a des chapitres provinciaux qui approchent. L'un est la Mère de l'Espérance à Manille ... C'est celle à laquelle nous en Califournie sommes liés. 
La province de Marie, Mère des Amériques prépare la réunion annuelle provinciale. Ils nous ont gracieusement invité à cette importante réunion. S'il vous plaît priez pour nos délégués.
Paul Dion

 

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Martedì, 09 Settembre 2014 00:00

Festa de La Salette, 2014

Congregazione dei Missionari di N.S. de La SaletteLogo MS

www.lasalette.info                           Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Festa de La Salette, 19/09/2014

 

“Ebbene, figli miei, fatelo conoscere a tutto il mio popolo”   (Maria a La Salette)

 

“Risvegliate il mondo”      (Papa Francesco)

 

Carissimi Confratelli,

sono davvero felice di augurare, anche quest’anno, Buona Festa patronale a tutti voi che, presenti nei 5 continenti e mossi sempre da un rinnovato e indiscutibile amore alla Chiesa e alla nostra Congregazione, siete impegnati nell’annuncio della Buona Novella del Vangelo alla luce del messaggio di riconciliazione di Maria a La Salette.

Che la Vergine piangente de La Salette protegga e benedica ognuno di voi e anche i numerosi amici e i laici salettini che, con grande coraggio e encomiabile spirito di sacrificio e di servizio, condividono con voi le gioie, le sfide e le difficoltà della missione.

Questa celebrazione annuale ci invita, ancora una volta, a rileggere e ripensare la nostra storia personale con gli occhi, la mente e il cuore del Dio della Bibbia che sceglie il suo popolo, fa alleanza con lui e si fa suo compagno di viaggio. E poi a riscoprire in noi stessi la bellezza della nostra vocazione religiosa e missionaria rimotivando, qualora fosse necessario, lo spirito di appartenenza alla nostra grande famiglia religiosa salettina.

Papa Francesco, nell’incontro del 29 novembre scorso, ha chiesto ai Superiori Generali che i religiosi   dedichino le loro migliori energie umane e carismatiche a “risvegliare il mondo” in questo particolare e difficile momento che esso e la Chiesa stanno vivendo.

Il verbo “risvegliare” evoca sonno, stanchezza, scoraggiamento, valori assopiti, distrazione spirituale, superficialità e disinteresse nei confronti della fede. Sono atteggiamenti negativi che il mondo e il popolo di Dio in particolare conoscono bene in quanto ogni giorno ne fanno l’esperienza sulla propria pelle. In altre parole, rendere dinamico e accattivante l’annuncio del Vangelo agli occhi del mondo d’oggi, è la grande missione che Papa Francesco ha affidato alla vita religiosa.

La storia della Chiesa, con la santità di vita di molti suoi membri, attesta chiaramente che nei momenti di crisi e di difficoltà di ogni specie, la vita religiosa ha sempre costituito un punto di riferimento significativo per la ripresa e la qualità della sua missione e un richiamo forte alla fedeltà evangelica.

Perché questo invito del Papa possa rivelarsi davvero positivo e utile, il cambiamento deve iniziare anzitutto da ognuno di noi. Abituati sempre a parlare agli altri, siamo portati a dimenticare troppo facilmente che i primi ad essere evangelizzati siamo proprio noi. Siamo anzitutto noi che abbiamo bisogno di convertirci restaurando nella quotidianità della nostra esistenza la fedeltà alla consacrazione religiosa che a volte forse abbiamo sottovalutato o non curato abbastanza.

Siamo noi che abbiamo bisogno di “risvegliare” la nostra coscienza e il nostro modo di vivere per conformarli maggiormente allo stile di vita di Cristo. Solo così la nostra testimonianza potrà rendere un servizio generoso, adeguato e proficuo alla evangelizzazione. Il grosso equivoco nel quale facilmente possiamo cadere è quello di credere che tutto questo discorso riguardi gli altri e non noi stessi. Così facendo in effetti rischiamo di perdere una provvidenziale occasione di rendere la nostra vita religiosa propositiva e alternativa ai valori proposti e caldeggiati dal mondo di oggi.

La celebrazione dell’Anno dedicato alla Vita Consacrata nel 2015 è nata proprio dal forte desiderio di stimolare i consacrati a far sì che il loro modo di vivere la sequela di Cristo diventi “memoria efficace e vivente del Vangelo”.

Per questo motivo, la Chiesa auspica che “l’Anno della VC diventi davvero un’occasione di studio, ricerca, approfondimento e verifica per la vita religiosa in tutto il mondo, perché brilli sempre di più la luce della santità che dal volto di Cristo si propaga a tutti coloro che hanno scelto di seguirlo più da vicino nella scelta della radicalità evangelica”. (Lettera della CIVSVA ai Superiori Generali, agosto 2014)

Mi auguro che tale auspicio si trasformi in un impegno personale e comunitario per tutti i membri della nostra Congregazione.

Adagiarci su quanto di bene che abbiamo potuto fare fin qui senza proiettare il nostro sguardo al di là del presente e dell’orizzonte entro il quale agiamo ogni giorno , non è di aiuto né alla Chiesa né a noi stessi. Dobbiamo sempre rialzarci e riprendere il cammino ben sapendo che, come diceva Romano Guardini, il cristiano, e a maggior ragione, il religioso sono degli esseri in continua ricerca di Dio e di come meglio servirlo nel mondo e nella Chiesa di oggi.

Maria a La Salette, inviandoci in missione come Massimino e Melania, ci chiede di essere gli annunciatori della Buona Novella del Vangelo a partire dall’esperienza che di essa abbiamo potuto fare personalmente.

Prima di svegliare gli altri, quindi, dobbiamo sforzarci di “svegliare” noi stessi dal possibile e temibile torpore spirituale, comunitario e apostolico nel quale, senza saperlo, possiamo talvolta cadere.

Dal 27 luglio al 2 agosto 2014 ha avuto luogo il 3° incontro dei giovani laici salettini d’Europa nella nostra casa di Mörschwil (Svizzera). Esso è stato organizzato dalla KEP ( Commissione Provinciali MS d’Europa). Vi hanno partecipato una sessantina di giovani provenienti da ben 7 nazioni e accompagnati dai loro animatori. Una cosa davvero meravigliosa vedere tanti giovani diversi per età, provenienza, lingua e colore della pelle stare insieme per 4 giorni mossi dallo stesso ideale di ascoltare e approfondire il messaggio di conversione e riconciliazione della Bella Signora. E’ un’esperienza che ci fa guardare con fiducia ad un futuro migliore. Questi giovani, entusiasti e ripieni del carisma salettino possono davvero diventare fermento di rinnovamento e di riconciliazione in questo nostro mondo segnato da divisioni e contraddizioni. Mentre affido alla protezione di Maria il cammino umano e spirituale dei giovani che ho avuto la gioia di incontrare in Svizzera, incoraggio di cuore questi incontri nella speranza che si ripetano nel tempo.

La nostra comunità salettina spagnola è in festa perché il 19 settembre prossimo, celebrerà il 150mo anniversario della devozione alla Madonna de La Salette in Siador.. In quell’occasione è prevista anche la solenne incoronazione, da parte del vescovo locale, della statua della Vergine che troneggia dalla nicchia sovrastante l’altare maggiore del piccolo Santuario. Grato dell’invito rivoltomi dai confratelli spagnoli, avrò il piacere di essere presente al gioioso avvenimento a nome di tutta la Congregazione. Assieme alla comunità religiosa e ai tanti laici della “Fraternità salettina” presenti in Spagna ringraziamo il Signore di questo lieto evento.

Domandiamogli di continuare a benedire il lavoro apostolico dei nostri confratelli e la grazia di nuove vocazioni, religiose e laiche, che si dedichino con gioia e entusiasmo al ministero della riconciliazione che la Bella Signora ha evocato nella sua apparizione. E’ interessante notare come la Spagna sia stato uno dei primi paesi, dopo la Francia, ad accogliere e propagandare il messaggio e la devozione alla Vergine de La Salette ad opera soprattutto dei laici. Ne fanno fede i numerosi santuari e cappelle disseminati su tutto il territorio.

A seguito dell’allontanamento del Signor Pascal Lacroix, il nuovo Direttore del Santuario de La Salette (Francia) sarà il P. Baris Bernard MS, (USA) a partire dal 9 gennaio 2015. Il Padre, che al presente è membro del “Comitato pro Santuario”, porterà con sé nel suo nuovo ministero a La Salette l’esperienza maturata in tanti anni di generoso e fruttuoso servizio reso all’amministrazione economica della sua Provincia d’origine. Lo ringrazio di cuore a nome della Congregazione per la sua disponibilità a prendere in mano la non facile direzione del Santuario che dovrà portare avanti di concerto con la comunità internazionale, maschile e femminile, e i numerosi collaboratori laici presenti in loco. Un grazie sincero e riconoscente va, inoltre, a P. Skip, Superiore Provinciale degli USA e al suo Consiglio, per aver assecondato positivamente la richiesta rivoltagli dal Consiglio Generale di mettere a disposizione del santuario di Francia il P. Baris per la durata di tre anni.

Dal canto suo, Suor Elisabetta, Superiora Generale SNDS, procederà alla nomina di una Suora al fine di assicurare la continuità nell’incarico di Tesoriere dell’APS a partire da gennaio 2015.

Così facendo, con l’inizio del nuovo anno (2015), la gestione del santuario ritornerà, dopo una decina di anni, completamene nelle mani delle due Congregazioni salettine, MS e SNDS. Vi invito a pregare la Vergine perché questo progetto porti i frutti da tutti noi auspicati.

Sono lieto, infine, di presentarvi il tema “ Ascoltiamo il grido dei poveri”, nel contesto della “Giustizia, Pace e Riconciliazione” per l’anno 2015, con una riflessione che troverete in allegato a questa mia lettera augurale. Mi auguro che, come già accaduto precedentemente, quanto viene proposto alla nostra attenzione sia fatto oggetto non solo di preghiera e studio personale ma anche di scambio fraterno in comunità al fine di aprire sempre di più l’orizzonte del nostro cuore, della nostra mente e del nostro ministero pastorale, alla dimensione socio-ecclesiale, di indiscussa attualità del nostro Carisma e del messaggio de La Salette.

Con la promessa di ricordarvi alla Vergine Riconciliatrice, nel 168mo anniversario della sua apparizione a La Salette, insieme al Consiglio Generale, vi benedico augurando a tutti e a ciascuno una felice e santa festa patronale.

Fraternamente vostro,     P. Silvano Marisa MS

 

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Mercoledì, 03 Settembre 2014 12:56

10 Settembre - Laici Salettini

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        Cari amici “Laici salettini” il 10 settembre è la vostra festa. Come ben sapete, essa è stata istituita al termine del 1°incontro internazionale (2011) che si è tenuto al santuario de La Salette dal 1 al 10 settembre.

        A nome del Consiglio Generale sono lieto di porgere a tutti voi, presenti in ogni parte del globo, i miei più sentiti e amichevoli auguri di Buona Festa e di vicinanza spirituale in questo giorno molto importante e significativo per voi e anche per noi missionari.

Ciò che ci accomuna è la spiritualità e l’amore alla missione che affondano le loro radici nel messaggio di riconciliazione e di conversione che la Bella Signora ci ha proposto nella sua apparizione a La Salette. Dobbiamo essere anzitutto noi a calare nella nostra vita di ogni giorno i suggerimenti della Vergine piangente perché possiamo diventare credibili testimoni della Buona Novella. La vostra presenza in mezzo a noi e la vostra collaborazione nel servizio alla Chiesa sono molto preziose e ci auguriamo che possano svilupparsi sempre di più. La Chiesa ha bisogno di voi, del vostro entusiasmo e della vostra testimonianza come pure le nostre comunità e la nostra Congregazione.

La Vergine de La Salette, nostra Madre comune, vi sostenga nel vostro cammino di approfondimento della fede e nell’annuncio del Vangelo della gioia e benedica i vostri propositi.                                            P. Silvano Marisa MS

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