Articoli filtrati per data: Marzo 2021

Lunedì, 29 Marzo 2021 10:06

Lettera - Pasqua 2021

Santa Pasqua 2021

“Cristo morì, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture” (1Cor 15,3-4)

“Se si convertono…” (Maria a La Salette)

Carissimi confratelli,

come già l’anno scorso anche quest’anno gli auguri pasquali del Consiglio Generale e miei personali vi raggiungono nelle vostre comunità e nei luoghi del lavoro pastorale mentre la pandemia da coronavirus non sembra lasciare la presa. Al contrario continua ad imperversare più o meno intensamente ovunque nel mondo seminando attorno a sé, paura e incertezza nel futuro e mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario, sociale ed economico dei nostri singoli paesi. 

A diverso titolo tutti ci sentiamo coinvolti da questo fenomeno che sta cambiando il nostro modo di concepire e vedere il mondo, la società, i rapporti interpersonali e la nostra stessa vita. Stiamo vivendo infatti una vera rivoluzione “copernicana” circa i valori attorno a cui siamo chiamati a costruire il futuro prossimo, nostro e del mondo, nella speranza che sia migliore di quello attuale. Dalla centralità del fare e dell’efficienza si sta passando giustamente alla centralità della persona con i suoi diritti da rispettare e i doveri da mettere in atto.

Anche la vita religiosa, di conseguenza, non è del tutto esente da questo cambiamento epocale in atto.  Lontani dal frenetico ritmo di vita che caratterizzava il nostro essere religiosi e preti, all’improvviso limitati nei nostri viaggi e ministeri, abbiamo scoperto, lungo quest’anno, quanto siano importanti invece i rapporti interpersonali fatti soprattutto di piccoli gesti di accoglienza e ascolto dell’altro, di attenzione e servizio vicendevole, di gratuità generosa e di tempo condiviso. Abbiamo sperimentato, inoltre, assieme alla fatica di vivere la fede in comunità… anche la bellezza del ritrovato gusto alla vita di preghiera personale e comunitaria accompagnato dallo sforzo di “aggiornamento” del modo di essere presenti al popolo di Dio affidato alle nostre cure pastorali.

Mi auguro che questa esperienza, non voluta ma imposta con violenza e senza preavviso dalle avverse circostanze che conosciamo, si trasformi in un “Kairós”, in un tempo favorevole e di grazia per tutti noi e ci aiuti a rimetterci in gioco e in cammino con responsabilità, determinazione, entusiasmo e senza paura rinnovando profondamente il nostro modo di vivere la fedeltà alla sequela del Signore alla luce del messaggio della Vergine piangente de La Salette.

Sarà un’opportunità mancata se, passata questa “bufera pandemica”, le cose ritornassero come prima nella nostra vita religiosa personale e comunitaria e anche nella pastorale senza lasciare traccia alcuna del suo passaggio e degli stimoli da essa emersi e promossi. Papa Francesco ha affermato che da questa pandemia o si è esce migliori o se ne esce peggiori …e comunque mai uguali come prima. Non c’è una via di mezzo. Se questo vale per tutti molto più deve valere per noi religiosi salettini. 

Con tutta la Chiesa, anche noi saremo chiamati a rinnovare il nostro linguaggio “religioso” che spesso appare logoro e datato, fatto di parole astratte e vuote e quindi incapace di comunicare con freschezza e incisività la ricchezza del Vangelo e la testimonianza gioiosa della nostra vita religiosa al mondo di oggi. È una sfida che ci interpella tutti personalmente e alla quale nessuno di noi potrà facilmente sottrarsi.

Da questa esperienza insolita e per molti versi dolorosa dovremmo uscirne rinnovati e rincuorati a tutti i livelli. È l’auspicio che formulo per tutti e per ciascuno di noi.

Non si dà Pasqua di Risurrezione senza il passaggio stretto della sofferenza, del grido di abbandono e della morte sperimentato il Venerdì Santo. Solo così la Pasqua diventa la celebrazione per eccellenza della speranza che non inganna e dell’esplosione della vita nuova offerta a tutti e inaugurata dal Cristo risorto. 

Noi tutti sappiamo che il messaggio de La Salette è essenzialmente un messaggio pasquale fatto certamente di richiami forti alla conversione, all’ impegno personale, a rivedere e rinnovare le proprie relazioni con Dio e con la Chiesa ma anche di promesse di una pienezza di vita illuminata e purificata da quella luce sfolgorante che promana dal Cristo crocifisso e glorioso nello stesso tempo, pendente sul petto della Bella Signora. Per questo motivo anche noi assieme a S. Paolo possiamo affermare con forza e ad alta voce: “Cristo risorto è la nostra speranza” (1Cor,15)

Il mistero pasquale, di morte e di risurrezione, di sofferenza e di rinascita, accompagna quest’anno anche le due missioni salettine in terra d’Africa e la Regione di Myanmar.

In Mozambico la situazione non sembra essere migliorata rispetto a quanto riferito nella lettera di Natale. Infatti essa continua ad essere critica e sembra essere sfuggita al controllo delle forze dell’ordine locali e nazionali. Ultimamente alcune agenzie di stampa hanno riportato la notizia di crimini orribili perpetrati contro i bambini della regione di Cabo Delgado che è in mano a dei gruppi Jihadisti senza scrupoli. Per il momento P. Edegard lavora nella città di Pemba in qualità di assistente e accompagnatore dei numerosi profughi provenienti dalla parrocchia di Nangololo e non solo. In stretta collaborazione con le Province del Brasile e dell’Angola il CG sta progettando di ristrutturare quanto prima la comunità e di riorganizzare la sua presenza pastorale nella diocesi. Questa, dopo il recente trasferimento di Mons. Luiz ad altra sede (Brasile), è guidata da un amministratore apostolico nella persona di Mons. Juliasse, vescovo ausiliare di Maputo. In attesa del nuovo vescovo, con il quale potremo discutere del futuro della presenza salettina nella zona, portiamo nelle nostre preghiere costantemente questa comunità e il suo futuro sviluppo come pure il popolo perseguitato da essa servito.

In Tanzania si sta lavorando con tanto impegno all’acquisto di una casa e di un pezzo di terreno attiguo in vista dell’apertura di un primo centro di animazione vocazionale e di formazione per i giovani che desiderano entrare a far parte della nostra famiglia religiosa.  Il desiderio del CG, supportato dalla comunità di Rutete, è di iniziare il cammino formativo nel corrente Anno Mariano o al più tardi all’inizio del 2022. Pongo con tanta fiducia questo progetto sotto la protezione della Bella Signora de La Salette, nostra Madre e Patrona e nello stesso tempo, l’affido all’attenzione e alle preghiere di tutta la Congregazione.

A nome della Congregazione desidero ardentemente esprimere sentimenti di vicinanza spirituale e solidale ai nostri confratelli della giovane Regione di Myanmar che stanno vivendo un momento di grande smarrimento e di forte preoccupazione per le sorti del processo democratico del paese, interrotto bruscamente dal recente golpe militare (1° febbraio). Ci auguriamo che lo stato di guerra instaurato dai militari, che ha causato la comprensibile insurrezione popolare e disgraziatamente la morte di tanti innocenti, cessi il più presto possibile e che la giustizia e il rispetto delle regole democratiche opportunamente stabilite abbiano la meglio sull’odio e le divisioni presenti ora nel paese. In questo contesto di incertezza e paura per il prossimo futuro sono un grande segno di fiduciosa speranza per il paese, la Regione e la Congregazione le quattro nuove ordinazioni sacerdotali che hanno avuto luogo il 19 marzo scorso, festa di S. Giuseppe. Ringraziamo il Signore per il dono della loro vocazione. Illuminati e guidati dal nostro carisma si adopereranno certamente a favorire percorsi di riconciliazione nel paese, assetato di pace e di giustizia, con la loro parola e soprattutto con la testimonianza della loro vita.

Che questa Santa Pasqua, con la sua sconvolgente carica di luce e di vita nuova ci orienti sempre più ad incorporare la nostra esistenza di uomini e di religiosi in quella di Cristo risorto e a lasciarci comunicare la vita in pienezza dal suo Spirito.

La Risurrezione di Cristo, inoltre, ci sproni a dare ragione sempre e senza paura di quella fede e di quella speranza che devono animare ovunque e comunque la nostra vita di cristiani e di religiosi.

Ai confratelli anziani o sofferenti, a coloro che sono immersi nel lavoro pastorale, ai giovani religiosi, ai novizi e ai giovani in formazione come pure alle Suore de la Salette e ai molti Laici Salettini che, animati dal carisma della riconciliazione, operano con noi nel campo della evangelizzazione e della carità vadano, anche a nome del Consiglio generale, gli auguri più belli e cristiani di

Buona e Santa Pasqua di Risurrezione!

Fraternamente vostro,

P. Silvano Marisa MS

Superiore Generale

Pubblicato in LAICI ASSOCIATI (IT)
Domenica, 28 Marzo 2021 20:33

L’invito – anamnesi

L’invito – anamnesi

Aprile 2021

L’eucaristia – fonte e culmine della storia

Le stesse parole dell’introduzione – «Avvicinatevi, bambini miei» e «Sono qui per comunicarvi una grande notizia» – sono da parte della Bella Signora un invito a ricordare quello che Dio aveva progettato fin dall’inizio dei tempi: cioè, che Dio vuole avere noi tutti accanto a Sé, nel Cielo. Praticamente è questo il compito dell’uomo sulla terra: prima di tutto desiderare per se stesso, e poi assecondare gli altri nel desiderio di scoprire questo piano di Dio e nell’accettarlo come proprio. Tra gli uomini non c’è nessuno che ci tenga a realizzarlo così tanto, come la Madre di Gesù e la Madre di tutti i credenti in Lui.

Maria ci indica i luoghi e i tempi concreti, dove possiamo discernere questo piano e far esperienza del sostegno personale di Dio nella grazia che viene dal Suo Figlio, Gesù. Si tratta prima di tutto della Santa Messa, attraverso cui Gesù Cristo vuole elargirci i suoi doni; inoltre si tratta della preghiera e del tempo dedicato ad essa, che Maria non teme di ridurre alla sola recitazione del Padre nostro e dell’Ave Maria. Per alcuni, già queste preghiere diventano qualcosa di sconosciuto, perché non insegnato dai genitori, i quali oggi sempre più spesso non sentono neanche il bisogno di battezzare i propri figli. Anche la Quaresima non è più tempo di preparazione al Sacrosanto Triduo Pasquale, ma viene trattata come normali giorni feriali, senza un significato particolare.

Maria non ha mancato di accennare che le deteriorate relazioni con Dio si riflettono anche nelle nostre coltivazioni danneggiate e nei raccolti rovinati. Dimentichiamo sempre il legame tra il comandamento di Dio: «Soggiogate la terra e dominatela» e le parole di Maria: «Se si convertono, le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi». Si può soggiogare la terra in modo soddisfacente solo allora, quando noi stessi ci lasciamo soggiogare da Dio. Maria ci ricorda questa verità già all’inizio della parte francese del Suo Messaggio: «Se il mio popolo non vuole sottomettersi…». Ella stessa vuole mostrarsi come la prima che si sottomette a Dio ed è orgogliosa di questa scelta. Niente costruisce la pace interiore in modo così forte come l’adesione alla Volontà di Dio, e la Vergine Immacolata ne è un esempio costante per noi. Perciò parlando di noi dice «il mio popolo», perché Ella spera che, come dentro Lei stessa, così anche in ciascuno di noi c’è questo naturale desiderio di Dio e la voglia di piacerGli per amore, e non per calcolo o per malizia nascosta.

Se qualcosa non va secondo i nostri piani, allora imprechiamo distratti: vuoi contro gli autisti, vuoi contro i pedoni, contro le persone sgradevoli, contro le autorità statali, contro i servizi pubblici, contro l’assistenza sanitaria, contro la siccità, contro la pandemia del coronavirus e le speculazioni legate ad essa, contro i raccolti danneggiati, contro i prezzi dei servizi e dei prodotti, contro i malfattori e contro gli insuccessi e gli imprevisti di ogni genere. Maria ci ricorda che tutto questo richiede un intervento di Dio. Gesù è pronto ad aiutarci, ma il nostro comportamento e l’indifferenza verso la relazione eterna con Dio richiedono sempre più forti mezzi di riparazione. Maria si appella a Gesù – a cui accenna con lacrime – affinché usi soluzioni più delicate. Ma anche Lei è consapevole che con il nostro comportamento noi ci poniamo di fronte a una scelta tra la perdita della vita eterna e l’intervento pesante del braccio di Gesù, non più possibile da frenare neanche da Maria, anche se pieno di grazia. Egli non vuole punire. La punizione è il nome che noi diamo all’ira di Dio. L’ira di Dio, nelle parole dei profeti, significa lo zelo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo a mettere ordine in tutto, così come Dio aveva voluto fin dall’inizio del mondo.

Seguiamo questo invito di Maria a sottometterci a Dio e obbedire a Lui in tutto ciò che c’è scritto nel Decalogo. Ricordiamo poi che Dio è misericordioso nel tempo mondano e vuole sempre aiutarci. Ma finito questo tempo, Egli purtroppo deve essere solo giusto, cosa che noi dimentichiamo.

E Maria a La Salette soffre proprio per il fatto che noi ce ne dimentichiamo.

Karol Porczak MS

Pubblicato in MISSIONE (IT)
Domenica, 28 Marzo 2021 20:05

Riflessione - Aprile 2021

L’invito – anamnesi

Aprile 2021

L’eucaristia – fonte e culmine della storia

Le stesse parole dell’introduzione – «Avvicinatevi, bambini miei» e «Sono qui per comunicarvi una grande notizia» – sono da parte della Bella Signora un invito a ricordare quello che Dio aveva progettato fin dall’inizio dei tempi: cioè, che Dio vuole avere noi tutti accanto a Sé, nel Cielo. Praticamente è questo il compito dell’uomo sulla terra: prima di tutto desiderare per se stesso, e poi assecondare gli altri nel desiderio di scoprire questo piano di Dio e nell’accettarlo come proprio. Tra gli uomini non c’è nessuno che ci tenga a realizzarlo così tanto, come la Madre di Gesù e la Madre di tutti i credenti in Lui.

Maria ci indica i luoghi e i tempi concreti, dove possiamo discernere questo piano e far esperienza del sostegno personale di Dio nella grazia che viene dal Suo Figlio, Gesù. Si tratta prima di tutto della Santa Messa, attraverso cui Gesù Cristo vuole elargirci i suoi doni; inoltre si tratta della preghiera e del tempo dedicato ad essa, che Maria non teme di ridurre alla sola recitazione del Padre nostro e dell’Ave Maria. Per alcuni, già queste preghiere diventano qualcosa di sconosciuto, perché non insegnato dai genitori, i quali oggi sempre più spesso non sentono neanche il bisogno di battezzare i propri figli. Anche la Quaresima non è più tempo di preparazione al Sacrosanto Triduo Pasquale, ma viene trattata come normali giorni feriali, senza un significato particolare.

Maria non ha mancato di accennare che le deteriorate relazioni con Dio si riflettono anche nelle nostre coltivazioni danneggiate e nei raccolti rovinati. Dimentichiamo sempre il legame tra il comandamento di Dio: «Soggiogate la terra e dominatela» e le parole di Maria: «Se si convertono, le pietre e le rocce si muteranno in mucchi di grano e le patate nasceranno da sole nei campi». Si può soggiogare la terra in modo soddisfacente solo allora, quando noi stessi ci lasciamo soggiogare da Dio. Maria ci ricorda questa verità già all’inizio della parte francese del Suo Messaggio: «Se il mio popolo non vuole sottomettersi…». Ella stessa vuole mostrarsi come la prima che si sottomette a Dio ed è orgogliosa di questa scelta. Niente costruisce la pace interiore in modo così forte come l’adesione alla Volontà di Dio, e la Vergine Immacolata ne è un esempio costante per noi. Perciò parlando di noi dice «il mio popolo», perché Ella spera che, come dentro Lei stessa, così anche in ciascuno di noi c’è questo naturale desiderio di Dio e la voglia di piacerGli per amore, e non per calcolo o per malizia nascosta.

Se qualcosa non va secondo i nostri piani, allora imprechiamo distratti: vuoi contro gli autisti, vuoi contro i pedoni, contro le persone sgradevoli, contro le autorità statali, contro i servizi pubblici, contro l’assistenza sanitaria, contro la siccità, contro la pandemia del coronavirus e le speculazioni legate ad essa, contro i raccolti danneggiati, contro i prezzi dei servizi e dei prodotti, contro i malfattori e contro gli insuccessi e gli imprevisti di ogni genere. Maria ci ricorda che tutto questo richiede un intervento di Dio. Gesù è pronto ad aiutarci, ma il nostro comportamento e l’indifferenza verso la relazione eterna con Dio richiedono sempre più forti mezzi di riparazione. Maria si appella a Gesù – a cui accenna con lacrime – affinché usi soluzioni più delicate. Ma anche Lei è consapevole che con il nostro comportamento noi ci poniamo di fronte a una scelta tra la perdita della vita eterna e l’intervento pesante del braccio di Gesù, non più possibile da frenare neanche da Maria, anche se pieno di grazia. Egli non vuole punire. La punizione è il nome che noi diamo all’ira di Dio. L’ira di Dio, nelle parole dei profeti, significa lo zelo del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo a mettere ordine in tutto, così come Dio aveva voluto fin dall’inizio del mondo.

Seguiamo questo invito di Maria a sottometterci a Dio e obbedire a Lui in tutto ciò che c’è scritto nel Decalogo. Ricordiamo poi che Dio è misericordioso nel tempo mondano e vuole sempre aiutarci. Ma finito questo tempo, Egli purtroppo deve essere solo giusto, cosa che noi dimentichiamo.

E Maria a La Salette soffre proprio per il fatto che noi ce ne dimentichiamo.

Karol Porczak MS

Pubblicato in INFO (IT)
Domenica, 28 Marzo 2021 15:45

Il cammino di conversione

Il cammino di conversione

Marzo 2021

Lasciarsi guidare da Dio

Convertirsi non necessariamente vuol dire solo voltare le spalle al male e rivolgersi al bene. Questa si può chiamare una conversione che salva la vita eterna.

Ci può essere anche un’altra conversione, consistente nel rinunciare a realizzare il bene dipendente dalla nostra volontà, la quale a modo suo scopre una bella e buona vocazione di vita, e seguire la strada vocazionale indicata dalla decisione di Dio.

Come religiosi dobbiamo essere consapevoli della nostra naturale vocazione alla vita in famiglia, al matrimonio e alla paternità, ma abbiamo scelto di vivere i voti religiosi, ispirati dal Messaggio della Bella Signora oppure dall’esempio di vita dei salettini. Così abbiamo interpretato la volontà di Dio nei confronti di ciascuno di noi, cioè ci siamo convertiti a un’altra vocazione, più impegnativa di quella naturale. E Maria, ha sperimentato anche Lei una conversione?

Nella prima accezione – mai, perché Ella è una persona Immacolata.

Nella seconda accezione – sì, e tante volte.

Ella aveva già i suoi progetti di vita verginale nel matrimonio con Giuseppe. Avrebbe dovuto diventare moglie e casalinga nella casa di Nazaret. Così aveva interpretato la sua vocazione di vita. Nell’Annuciazione dell’Angelo, Dio ha cambiato questo progetto e Maria subito ha «convertito» la propria volontà, rendendola obbediente alla volontà di Dio. Ponendo all’Arcangelo Gabriele la domanda: «Come è possibile? Non conosco uomo», Ella praticamente vuole sapere chi deve compartecipare nella concezione, visto che con Giuseppe aveva già stato stabilito il patto di non congiungersi carnalmente. La Vergine Maria subito punta al concreto. Come sappiamo, Gabriele Le spiega il ruolo dello Spirito Santo in questo atto. Il suo famoso fiat voluntas tua è una decisione di abbandonare i propri progetti (molto nobili) e di coinvolgersi pienamente nell’inatteso progetto di Dio.

Similmente a Gerusalemme, avendo ritrovato Gesù dopo tre giorni, non capisce le spiegazioni di Gesù, ma serba tutte queste cose nel proprio cuore. Non si lascia tormentare dai pensieri sulla mancata attenzione verso Gesù, ma imprime questo fatto nella sua memoria: converte (rivolge) i suoi pensieri a Dio e da Lui si aspetta spiegazioni. Riconosce che riceverà le spiegazioni al momento opportuno, quando lo vorrà Dio. Forse quell’esperienza dei tre giorni di separazione l’ha aiutata a sorreggere i tre giorni dell’attesa della risurrezione del Figlio crocifisso.

C’è ancora un altro tratto della conversione nella vita di Maria.

Quando la gente ha cominciato a giudicare Gesù, ritenendolo pazzo, la famiglia vuole difendere la sua reputazione e fa giungere la Madre. Quando Gesù viene a sapere che la Madre e i fratelli Lo stanno aspettando, risponde: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». E rivolgendosi a quelli che gli stanno seduti attorno, dice: «Ecco mia madre e i miei fratelli» (cfr. Mc 3,20–21.30–35).

In questo evento Gesù non ha mancato di accennare al fare la volontà di Dio. Perché è un’occasione di conversione per Maria? Ella ha capito in quel momento che era terminato il suo ruolo di Madre, di Educatrice e di Amica di Gesù. Da allora in poi Ella diventa la discepola del suo Figlio nel fare la volontà di Dio. Mantenendo l’autorità della Madre del Salvatore, Ella nel suo cammino di fede segue l’esempio di umiliazione e di obbedienza al Padre Celeste, sul modello di Gesù.

Karol Porczak MS

Pubblicato in MISSIONE (IT)
Sabato, 27 Marzo 2021 10:05

Lettera - Pasqua 2021

Santa Pasqua 2021

“Cristo morì, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture” (1Cor 15,3-4)

“Se si convertono…” (Maria a La Salette)

Carissimi confratelli,

come già l’anno scorso anche quest’anno gli auguri pasquali del Consiglio Generale e miei personali vi raggiungono nelle vostre comunità e nei luoghi del lavoro pastorale mentre la pandemia da coronavirus non sembra lasciare la presa. Al contrario continua ad imperversare più o meno intensamente ovunque nel mondo seminando attorno a sé, paura e incertezza nel futuro e mettendo a dura prova la tenuta del sistema sanitario, sociale ed economico dei nostri singoli paesi. 

A diverso titolo tutti ci sentiamo coinvolti da questo fenomeno che sta cambiando il nostro modo di concepire e vedere il mondo, la società, i rapporti interpersonali e la nostra stessa vita. Stiamo vivendo infatti una vera rivoluzione “copernicana” circa i valori attorno a cui siamo chiamati a costruire il futuro prossimo, nostro e del mondo, nella speranza che sia migliore di quello attuale. Dalla centralità del fare e dell’efficienza si sta passando giustamente alla centralità della persona con i suoi diritti da rispettare e i doveri da mettere in atto.

Anche la vita religiosa, di conseguenza, non è del tutto esente da questo cambiamento epocale in atto.  Lontani dal frenetico ritmo di vita che caratterizzava il nostro essere religiosi e preti, all’improvviso limitati nei nostri viaggi e ministeri, abbiamo scoperto, lungo quest’anno, quanto siano importanti invece i rapporti interpersonali fatti soprattutto di piccoli gesti di accoglienza e ascolto dell’altro, di attenzione e servizio vicendevole, di gratuità generosa e di tempo condiviso. Abbiamo sperimentato, inoltre, assieme alla fatica di vivere la fede in comunità… anche la bellezza del ritrovato gusto alla vita di preghiera personale e comunitaria accompagnato dallo sforzo di “aggiornamento” del modo di essere presenti al popolo di Dio affidato alle nostre cure pastorali.

Mi auguro che questa esperienza, non voluta ma imposta con violenza e senza preavviso dalle avverse circostanze che conosciamo, si trasformi in un “Kairós”, in un tempo favorevole e di grazia per tutti noi e ci aiuti a rimetterci in gioco e in cammino con responsabilità, determinazione, entusiasmo e senza paura rinnovando profondamente il nostro modo di vivere la fedeltà alla sequela del Signore alla luce del messaggio della Vergine piangente de La Salette.

Sarà un’opportunità mancata se, passata questa “bufera pandemica”, le cose ritornassero come prima nella nostra vita religiosa personale e comunitaria e anche nella pastorale senza lasciare traccia alcuna del suo passaggio e degli stimoli da essa emersi e promossi. Papa Francesco ha affermato che da questa pandemia o si è esce migliori o se ne esce peggiori …e comunque mai uguali come prima. Non c’è una via di mezzo. Se questo vale per tutti molto più deve valere per noi religiosi salettini. 

Con tutta la Chiesa, anche noi saremo chiamati a rinnovare il nostro linguaggio “religioso” che spesso appare logoro e datato, fatto di parole astratte e vuote e quindi incapace di comunicare con freschezza e incisività la ricchezza del Vangelo e la testimonianza gioiosa della nostra vita religiosa al mondo di oggi. È una sfida che ci interpella tutti personalmente e alla quale nessuno di noi potrà facilmente sottrarsi.

Da questa esperienza insolita e per molti versi dolorosa dovremmo uscirne rinnovati e rincuorati a tutti i livelli. È l’auspicio che formulo per tutti e per ciascuno di noi.

Non si dà Pasqua di Risurrezione senza il passaggio stretto della sofferenza, del grido di abbandono e della morte sperimentato il Venerdì Santo. Solo così la Pasqua diventa la celebrazione per eccellenza della speranza che non inganna e dell’esplosione della vita nuova offerta a tutti e inaugurata dal Cristo risorto. 

Noi tutti sappiamo che il messaggio de La Salette è essenzialmente un messaggio pasquale fatto certamente di richiami forti alla conversione, all’ impegno personale, a rivedere e rinnovare le proprie relazioni con Dio e con la Chiesa ma anche di promesse di una pienezza di vita illuminata e purificata da quella luce sfolgorante che promana dal Cristo crocifisso e glorioso nello stesso tempo, pendente sul petto della Bella Signora. Per questo motivo anche noi assieme a S. Paolo possiamo affermare con forza e ad alta voce: “Cristo risorto è la nostra speranza” (1Cor,15)

Il mistero pasquale, di morte e di risurrezione, di sofferenza e di rinascita, accompagna quest’anno anche le due missioni salettine in terra d’Africa e la Regione di Myanmar.

In Mozambico la situazione non sembra essere migliorata rispetto a quanto riferito nella lettera di Natale. Infatti essa continua ad essere critica e sembra essere sfuggita al controllo delle forze dell’ordine locali e nazionali. Ultimamente alcune agenzie di stampa hanno riportato la notizia di crimini orribili perpetrati contro i bambini della regione di Cabo Delgado che è in mano a dei gruppi Jihadisti senza scrupoli. Per il momento P. Edegard lavora nella città di Pemba in qualità di assistente e accompagnatore dei numerosi profughi provenienti dalla parrocchia di Nangololo e non solo. In stretta collaborazione con le Province del Brasile e dell’Angola il CG sta progettando di ristrutturare quanto prima la comunità e di riorganizzare la sua presenza pastorale nella diocesi. Questa, dopo il recente trasferimento di Mons. Luiz ad altra sede (Brasile), è guidata da un amministratore apostolico nella persona di Mons. Juliasse, vescovo ausiliare di Maputo. In attesa del nuovo vescovo, con il quale potremo discutere del futuro della presenza salettina nella zona, portiamo nelle nostre preghiere costantemente questa comunità e il suo futuro sviluppo come pure il popolo perseguitato da essa servito.

In Tanzania si sta lavorando con tanto impegno all’acquisto di una casa e di un pezzo di terreno attiguo in vista dell’apertura di un primo centro di animazione vocazionale e di formazione per i giovani che desiderano entrare a far parte della nostra famiglia religiosa.  Il desiderio del CG, supportato dalla comunità di Rutete, è di iniziare il cammino formativo nel corrente Anno Mariano o al più tardi all’inizio del 2022. Pongo con tanta fiducia questo progetto sotto la protezione della Bella Signora de La Salette, nostra Madre e Patrona e nello stesso tempo, l’affido all’attenzione e alle preghiere di tutta la Congregazione.

A nome della Congregazione desidero ardentemente esprimere sentimenti di vicinanza spirituale e solidale ai nostri confratelli della giovane Regione di Myanmar che stanno vivendo un momento di grande smarrimento e di forte preoccupazione per le sorti del processo democratico del paese, interrotto bruscamente dal recente golpe militare (1° febbraio). Ci auguriamo che lo stato di guerra instaurato dai militari, che ha causato la comprensibile insurrezione popolare e disgraziatamente la morte di tanti innocenti, cessi il più presto possibile e che la giustizia e il rispetto delle regole democratiche opportunamente stabilite abbiano la meglio sull’odio e le divisioni presenti ora nel paese. In questo contesto di incertezza e paura per il prossimo futuro sono un grande segno di fiduciosa speranza per il paese, la Regione e la Congregazione le quattro nuove ordinazioni sacerdotali che hanno avuto luogo il 19 marzo scorso, festa di S. Giuseppe. Ringraziamo il Signore per il dono della loro vocazione. Illuminati e guidati dal nostro carisma si adopereranno certamente a favorire percorsi di riconciliazione nel paese, assetato di pace e di giustizia, con la loro parola e soprattutto con la testimonianza della loro vita.

Che questa Santa Pasqua, con la sua sconvolgente carica di luce e di vita nuova ci orienti sempre più ad incorporare la nostra esistenza di uomini e di religiosi in quella di Cristo risorto e a lasciarci comunicare la vita in pienezza dal suo Spirito.

La Risurrezione di Cristo, inoltre, ci sproni a dare ragione sempre e senza paura di quella fede e di quella speranza che devono animare ovunque e comunque la nostra vita di cristiani e di religiosi.

Ai confratelli anziani o sofferenti, a coloro che sono immersi nel lavoro pastorale, ai giovani religiosi, ai novizi e ai giovani in formazione come pure alle Suore de la Salette e ai molti Laici Salettini che, animati dal carisma della riconciliazione, operano con noi nel campo della evangelizzazione e della carità vadano, anche a nome del Consiglio generale, gli auguri più belli e cristiani di

Buona e Santa Pasqua di Risurrezione!

Fraternamente vostro,

P. Silvano Marisa MS

Superiore Generale

Pubblicato in INFO (IT)
Sabato, 27 Marzo 2021 08:33

Riflessione - Marzo 2021

Il cammino di conversione

Marzo 2021

Lasciarsi guidare da Dio

Convertirsi non necessariamente vuol dire solo voltare le spalle al male e rivolgersi al bene. Questa si può chiamare una conversione che salva la vita eterna.

Ci può essere anche un’altra conversione, consistente nel rinunciare a realizzare il bene dipendente dalla nostra volontà, la quale a modo suo scopre una bella e buona vocazione di vita, e seguire la strada vocazionale indicata dalla decisione di Dio.

Come religiosi dobbiamo essere consapevoli della nostra naturale vocazione alla vita in famiglia, al matrimonio e alla paternità, ma abbiamo scelto di vivere i voti religiosi, ispirati dal Messaggio della Bella Signora oppure dall’esempio di vita dei salettini. Così abbiamo interpretato la volontà di Dio nei confronti di ciascuno di noi, cioè ci siamo convertiti a un’altra vocazione, più impegnativa di quella naturale. E Maria, ha sperimentato anche Lei una conversione?

Nella prima accezione – mai, perché Ella è una persona Immacolata.

Nella seconda accezione – sì, e tante volte.

Ella aveva già i suoi progetti di vita verginale nel matrimonio con Giuseppe. Avrebbe dovuto diventare moglie e casalinga nella casa di Nazaret. Così aveva interpretato la sua vocazione di vita. Nell’Annuciazione dell’Angelo, Dio ha cambiato questo progetto e Maria subito ha «convertito» la propria volontà, rendendola obbediente alla volontà di Dio. Ponendo all’Arcangelo Gabriele la domanda: «Come è possibile? Non conosco uomo», Ella praticamente vuole sapere chi deve compartecipare nella concezione, visto che con Giuseppe aveva già stato stabilito il patto di non congiungersi carnalmente. La Vergine Maria subito punta al concreto. Come sappiamo, Gabriele Le spiega il ruolo dello Spirito Santo in questo atto. Il suo famoso fiat voluntas tua è una decisione di abbandonare i propri progetti (molto nobili) e di coinvolgersi pienamente nell’inatteso progetto di Dio.

Similmente a Gerusalemme, avendo ritrovato Gesù dopo tre giorni, non capisce le spiegazioni di Gesù, ma serba tutte queste cose nel proprio cuore. Non si lascia tormentare dai pensieri sulla mancata attenzione verso Gesù, ma imprime questo fatto nella sua memoria: converte (rivolge) i suoi pensieri a Dio e da Lui si aspetta spiegazioni. Riconosce che riceverà le spiegazioni al momento opportuno, quando lo vorrà Dio. Forse quell’esperienza dei tre giorni di separazione l’ha aiutata a sorreggere i tre giorni dell’attesa della risurrezione del Figlio crocifisso.

C’è ancora un altro tratto della conversione nella vita di Maria.

Quando la gente ha cominciato a giudicare Gesù, ritenendolo pazzo, la famiglia vuole difendere la sua reputazione e fa giungere la Madre. Quando Gesù viene a sapere che la Madre e i fratelli Lo stanno aspettando, risponde: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». E rivolgendosi a quelli che gli stanno seduti attorno, dice: «Ecco mia madre e i miei fratelli» (cfr. Mc 3,20–21.30–35).

In questo evento Gesù non ha mancato di accennare al fare la volontà di Dio. Perché è un’occasione di conversione per Maria? Ella ha capito in quel momento che era terminato il suo ruolo di Madre, di Educatrice e di Amica di Gesù. Da allora in poi Ella diventa la discepola del suo Figlio nel fare la volontà di Dio. Mantenendo l’autorità della Madre del Salvatore, Ella nel suo cammino di fede segue l’esempio di umiliazione e di obbedienza al Padre Celeste, sul modello di Gesù.

Karol Porczak MS

Pubblicato in INFO (IT)
Venerdì, 19 Marzo 2021 20:30

Francia - Capitolo

FRANCIA - Capitolo Provinciale

PROVINCIA NOSTRA SIGNORA DELLA SALETTE - FRANCIA

Capitolo Provinciale: 14 - 20 marzo 2021, Notre Dame de l'Hermitage, Noirétable, Francia

Nuovo Consiglio Provinciale:

P. Pierre Jeannot Rakotonindrainy, Superiore Provinciale (centro)

P. Frantz Monnet, Vicario Provinciale (a destra)

P. Paulino Nguli, Consigliere Provinciale (a sinistra)

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Mercoledì, 10 Marzo 2021 07:41

Rosario - Aprile 2021

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