Santo Natale 2021
Anno Nuovo 2022
Carissimi Confratelli,
anzitutto un sentito e fraterno augurio di Buon e Santo Natale a tutti e ad ognuno dalla Città Eterna.
Anche quest’anno il ricordo della nascita di Gesù è segnato dalla recrudescenza della pandemia e dalle restrizioni imposte dai governi e dalle autorità sanitarie al fine di limitare il dilagare del contagio. Sembra di rivivere la scena di un film di cui è impossibile immaginarne la fine. Tutti, chi più chi meno, siamo stati toccati nel corpo e nello spirito da questo imprevedibile e tragico evento che ha sconvolto la vita del mondo intero.
Il Natale che ci apprestiamo a celebrare, con la sua carica di novità e di vita deve far germogliare in noi quei semi di speranza che solo l’accoglienza della Parola di Dio può offrire. La parola “speranza”, con tutto quello che comporta di attesa e di certezza, non fa problema a noi missionari de La Salette perché fa parte del nostro DNA fin dalla nostra fondazione a seguito dell’apparizione della Bella Signora a Massimino e Melania. La nostra speranza ha ragioni d’essere solo perché si basa sulla certezza che, grazie alla venuta di Cristo tra di noi, niente più è irreversibile e che un mondo nuovo, come “sognato dal “Isaia” (Is 65,17 ss) è possibile e realizzabile.
1. Giubileo salettino
Abbiamo appena celebrato il 175° dell’Apparizione a coronamento dell’anno mariano salettino durante il quale tutta la Congregazione è stata sollecitata a ritornare con rinnovato interesse ed entusiasmo apostolico al suo evento fondativo e alle ragioni carismatiche della sua presenza nella Chiesa. Mi auguro che sia stato per tutti un tempo forte di grazia e di rinnovamento umano e spirituale, fatto di ascolto attento e proficuo della Parola, di intensa preghiera, di riflessione e condivisione sul messaggio della Bella Signora ma anche di conversione personale e comunitaria. Esso non voleva essere un punto di arrivo bensì una tappa per una nuova partenza, un trampolino di lancio verso un futuro da vivere seriamente sia dal punto di vista dell’impegno religioso come pure di quello dello zelo apostolico e missionario. È questa testimonianza di vita che la Chiesa e il mondo di oggi si attendono da noi religiosi salettini, in questo momento.
2. Cammino sinodale: dono e compito
Papa Francesco ha convocato tutta la Chiesa in Sinodo. “Il cammino, dal titolo «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione», si è aperto solennemente a Roma il 9-10 ottobre e in ogni Chiesa particolare il 17 ottobre. […] Con questa convocazione papa Francesco invita la Chiesa intera, ad interrogarsi su un tema decisivo per la sua vita e la sua missione: «Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio». Questo itinerario, che si inserisce nel solco dell’«aggiornamento» della Chiesa proposto dal Concilio Vaticano II, è un dono e un compito: camminando insieme e insieme riflettendo sul percorso compiuto, la Chiesa potrà imparare da ciò che andrà sperimentando quali processi possono aiutarla a vivere la comunione, a realizzare la partecipazione, ad aprirsi alla missione. Il nostro “camminare insieme”, infatti, è ciò che più attuta e manifesta la natura della Chiesa come Popolo di Dio pellegrino e missionario” (Documento preparatorio, 1).
Naturalmente anche la Vita Religiosa è chiamata a compiere lo stesso cammino ed ad offrire il suo prezioso contributo di esperienza comunitaria e pastorale e conseguentemente a beneficiare della grazia che da esso promanerà.
3. Cammino con la Chiesa in ascolto dello Spirito
Invito calorosamente ogni singolo religioso salettino, ogni comunità e ogni Provincia/Regione a fare proprio il cammino della Chiesa universale che è fatto di ascolto dello Spirito e di discernimento circa i passi da compiere per crescere come Chiesa sinodale e permettere ad essa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che le è stata affidata.
Il cammino sinodale, pensato e voluto da papa Francesco, partendo dal basso, vuole coinvolgere tutte le realtà in cui si esprime il popolo di Dio non dimenticando i lontani dalla fede e coloro che sono relegati ai margini della società. Il suo scopo non è di essere un semplice ed occasionale strumento per fare chiesa ma di divenire un elemento costitutivo e quindi una modalità stabile di essere e di agire della Chiesa nel tempo e nel mondo unitamente all’idea della corresponsabilità volta all’azione missionaria.
4. Chiesa in dialogo e missionaria
Questo cammino, inoltre, aiuta a prendere coscienza dei variegati doni dello Spirito presenti in abbondanza nella comunità cristiana e di valorizzarli mettendoli a frutto; a vivere la Chiesa come “Popolo di Dio”, come popolo di missionari pellegrini; a realizzare il passaggio dall’egoistico ”IO” al più partecipativo e inclusivo “NOI”; e ancora a ritenere la presenza della Chiesa un servizio missionario per ripensare il mondo alla luce del Vangelo.
Da qui la grande sfida che investe tutta la Chiesa di oggi e di domani e anche la Vita Religiosa: convertirsi alla sinodalità prendendo come modello Gesù sulla strada di Emmaus (Lc 24,13-35). Questo cammino evocato da S. Luca, di sapore prettamente pasquale in quanto parla di vita nuova e di zelo missionario è bene sintetizzato nei tre verbi presenti nel testo evangelico: incontrare, ascoltare e discernere. Essi esprimono un movimento che coinvolge ugualmente il corpo e lo spirito ma anche un’apertura verso prospettive e orizzonti nuovi, una particolare attenzione ai segni dei tempi in vista di un impegno missionario gioioso e condiviso.
5. Natale: cammino condiviso
Il mistero del Natale, che anche quest’anno ci accingiamo ad accogliere e celebrare come Chiesa e come comunità religiosa esprime in modo eccellente ed inequivocabile la natura e il senso profondo di quella “sinodalità” di cui parla con insistenza papa Francesco. Gesù, incarnandosi, si è fatto in tutto simile a noi eccetto il peccato e ha condiviso la nostra natura umana, fragile e limitata nel tempo e nello spazio. Si è fatto pellegrino con noi e in mezzo a noi condividendo le nostre gioie ed angosce, chiamandoci alla conversione e aprendo i nostri cuori alla speranza. Se tale è stato lo stile dell’agire di Gesù esso deve necessariamente essere fatto proprio dalla Chiesa al fine di plasmare e orientare al meglio la sua azione missionaria nel mondo di oggi… e di conseguenza anche dalle nostre comunità.
6. Conclusione
Sull’esempio di Gesù anche noi impegniamoci a diventare Chiesa e religiosi in uscita nella consapevolezza che la sola nostra missione è di portare con esemplare coraggio e zelo apostolico l’annuncio del Vangelo a chiunque incontriamo sulla nostra strada. La Bella Signora de la Salette non pensava forse a noi quando ha affidato a Massimino e Melania il pressante invito missionario pronunciato alla fine della sua apparizione: “Ebbene, figli miei, fatelo sapere a tutto il mio popolo?”.
Questo augurio natalizio desidero farlo pervenire in modo particolare ai nostri giovani in formazione, ai confratelli anziani e malati come pure ai tanti Laici salettini che si impegnano a vivere e testimoniare il carisma della Riconciliazione nella quotidianità della loro vita, alle Suore de La Salette che condividono con noi le gioie e le sfide della missione attraverso il mondo e anche ai numerosi amici e benefattori che non ci fanno mai mancare il prezioso sostegno della loro preghiera come pure il loro generoso contributo materiale.
A nome dei PP. Jacek, Jojohn, Manuel, Nunda, Mémé, André, Paulo e Neil, giungano ad ognuno di voi gli auguri più belli di Buon e Santo Natale e di un fruttuoso Anno Nuovo, pieno della grazia di Dio e della presenza materna di Maria.
Fraternamente vostro,
P. Silvano Marisa MS
Superiore Generale